Tra il 590 e il 660 circa visse in Francia un uomo che fu noto dapprima per le sue grandi virtù di orafo, e poi per la sue immense virtù di vescovo. Si tratta di Sant’Eligio, il cui nome viene dal latino e vuol dire prescelto, e davvero, dalla sua biografia, si evince come egli sia stato prescelto dal Signore per essere uno dei suoi santi più singolari e più venerabili. Il piccolo Sant’Eligio nacque in una cittadina di provincia vicino a Limoges da una famiglia molto modesta, ma dimostrò fin da subito di avere un dono, una grande abilità nel costruire oggetti preziosi. Così fu mandato a bottega presso un orefice del luogo, Abbone, e la sua fama crebbe in pochissimo tempo. Addirittura il re dei Franchi, che a quel tempo era Clotario II, essendo venuto a conoscenza della sua abilità, gli commissionò un trono. Sant’Eligio, con l’oro che gli era stato fornito, non fece un unico seggio regale, ma ben due. La sua grande onestà colpì a tal punto il sovrano che lo volle presso la sua corte. Sant’Eligio continuò così la sua attività di orafo sia sotto Clotario II che sotto il suo successore, Dagoberto I. Oltre alla perizia manuale, egli diede prova anche di una profonda bontà d’animo: si adoperava sempre per i più poveri e i più sfortunati. Fin da giovane aveva intrapreso lo studio delle sacre scritture, e si fece promotore della fondazione di alcuni monasteri. Infatti, sotto il regno di Dagoberto fu anche consigliere del re, che si fidava di lui al punto di affidargli delle delicate missioni diplomatiche. Ma il vero servizio di Sant’Eligio a maggior gloria del Signore iniziò con la morte di Dagoberto: a quel punto infatti decise di dedicarsi completamente alla vita religiosa e fu eletto vescovo di Noyon. Era il 640, e da allora fino alla sua morte Sant’Eligio si adoperò incessantemente per combattere il paganesimo, ancora imperante nella sua diocesi. Non era facile convertire i duri di cuore: ma la fede incrollabile del vescovo, e la sua grande bontà, riuscirono laddove altri mezzi avevano fallito. Sul conto di questo Santo si raccontano tanti episodi: ad esempio, si narra che un giorno Sant’Eligio incontrò il Diavolo camuffato da donna e, riconosciutolo, lo acchiappò per il naso usando le tenaglie del suo lavoro! Compì anche molte guarigioni miracolose su dei cavalli: ad uno si dice che riuscì addirittura a riattaccare una zampa.
Infatti oggi viene ricordato come il patrono degli orafi, dei maniscalchi, dei fabbri e dei gioiellieri. Nel giorno della sua morte, il 1 dicembre, viene annoverato all’interno del calendario liturgico della Chiesa Cattolica, e celebrato con feste a Sciara, in provincia di Palermo, e a Casale del Pozzo di Nocera Inferiore (Salerno). In questi paesi, in occasione della festa di Sant’Eligio, si svolge anche la benedizione dei cavalli.
Il giorno 1 dicembre la chiesa cattolica celebra anche la memoria di Sant’Albano, re di Ungheria; santa Fiorenza, eremita; del Beato Carlo di Gesù (Charles de Foucauld) e della Beata Maria Rosa di Gesù (Bruna Pellesi).