Ogni giorno, specialmente per chi frequenta i social, capita di trovare scritto tutto ed il contrario di tutto riguardo al Papa, alla Chiesa, a presunti complotti, macchinazioni, trame segrete e chi più ne ha più ne metta.
Le ultime sparate riguardano lo show multimediale proiettato sulla facciata di San Pietro la sera dell’8 dicembre. I pretesti che hanno fatto levare gli scudi sono principalmente due: uno, è stato oltraggioso e financo blasfemo usare il tempio della cristianità per proiettare figure di animali e, due, fra gli sponsor dell’evento c’erano nomi e sigle per nulla raccomandabili, che con la destra ringraziano il Papa per quello che fa e con la sinistra fanno cose immonde.
Un ente mondiale regala uno spettacolo al Papa per ringraziarlo? Bene, loderemo questa cosa pregevole che ha fatto e condanneremo le altre. Facendo sempre di ogni erba un fascio si rischia di buttare via il bambino con l’acqua sporca. Molto umilmente mi permetto di ricordare che Nostro Signore chiamò con sé il mafioso Zaccheo e non rifiutò il prezioso olio offertogli da una poco di buono.
Quanto poi agli animali proiettati sulla Basilica di San Pietro, proprio la mattina dopo quell’evento mi è capitato di sfogliare una pubblicazione che riguardava i bestiari medievali. Senza essere uno studioso, mi è tornato alla mente il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto, dove Alessandro Magno è portato in trionfo da due grifoni, e sono presenti sirene e centauri, o i capitelli romanici ricchi di mostri, le grandi chiese gotiche dove sono rappresentati animali mostruosi e creature dell’inferno o tutti quegli esempi in cui, per analogia o simbolismo, le figure del mondo animale venivano impiegate per glorificare Dio.
L’integrale uomo medioevale fa posto a tutto, perché tutto entra a far parte del piano della salvezza. I monaci copiano tutti i manoscritti, compresi quelli lascivi o che sarebbe stato facile censurare; nel costruire le chiese spesso si adoperano materiali e strutture che provengono da religioni precedenti; nelle decorazioni trovano spazio animali reali, mitologici o inventati, tutto a gloria di Dio e di Nostro Signore Gesù Cristo. Niente – NIENTE – viene censurato in nome di chissà quale ortodossia.
Se si guarda quello che accade con semplicità e senza preconcetto, tutto può essere ricondotto a Cristo. Altrimenti perché per secoli il suo sacrificio lo si è chiamato Pie Pellicane, pellicano amoroso? Per insultare il Signore paragonandolo ad un animale, oppure per trovare nella natura degli esempi concreti che ricordassero l’amore che ha per noi, come il pellicano, che per nutrire i suoi figli preferisce morire donando loro il sangue?
Noi “moderni”, invece, ponendo davanti ad ogni cosa che accade un “però”, finiamo per non essere più in grado di distinguere più nulla, cercando facile consenso in chi la pensa come noi, e finendo per voler insegnare fede e ragione al Papa. Abbandoniamo la presunzione e riabbracciamo il sano realismo, dai.