Se all’insieme delle crisi internazionali si aggiunge anche l’accusa dell’Iran a Usa e Turchia di “coprire” il Califfo, allora davvero la terza guerra mondiale è molto più che una utopia inquietante. La giornata di ieri ha subito un’impennata nella guerra al terrorismo islamico del Daesh, con le sue super potenze mondiali che in modi diversi sono andati verso lo stesso obiettivo comune e “guarda caso” immediatamente arrivano notizie di accuse che tentano (di nuovo) di destabilizzare la già fragilissima coalizione anti-Isis. Sentite l’accusa riportata in una agenzia di stampa iraniana (Fars): «il leader dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi sarebbe rimasto gravemente ferito in un raid iracheno lo scorso ottobre e sarebbe poi stato curato in una località sconosciuta in Turchia con un trasferimento fatto dalla Cia in coordinamento con i servizi di intelligence di Ankara per poi essere portato a Sirte in Libia dove ora si trova». Bum. Una bomba di notizie che al momento ancora non viene confermato ufficialmente dato che si tratta di una agenzia che cita fonti libiche anonime e da cui bisogna prendere molta distanza e prudenza ma che racconta gli innumerevoli tentativi di rendere instabile ancora di più la situazione internazionale con vari giochi di potere sul Medio Oriente che non finiranno ceto con l’inizio del contenzioso contro l’Isis, che oramai sembra sempre più certo. Va detto che tra Iran e potenze sunnite come la Turchia e l’Arabia saudita è in corso una guerra mediatica e anti diplomatica che va molto oltre il semplice odio interno all’Islam tra sciiti e sunniti. In tutto questo anche la Libia ovviamente non va dimenticata, e non solo perché potrebbe ancora ospitare il Califfo dello Stato Islamico ma perché con la sua instabilità richiama molto da vicino tutta l’Europa, per quanto riguarda anche la situazione dei migranti che con uno stato che al momento non esiste non riesce a fare filtro con le ondate migratorie straordinarie.



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