Non conosce limiti la disumanità dell’Isis: alle lapidazioni per adulterio, alle decapitazioni degli infedeli, alle spie date a fuoco, ecco aggiungersi la deportazione delle donne e delle bambine in pieno stile nazista. Lo scenario è molto simile a quello verificatosi nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale, quando donne e bambini venivano separati dai maschi adulti per andare incontro alla morte. Questa volta il destino crudele spetta alle donne e alle bambine yazide, al confine tra Siria e Iraq, strappate alle loro famiglie e condannate ad una vita da schiave o da “madri-con la forza”. Nemmeno gli uomini del villaggio preso d’assalto dai jihadisti hanno potuto opporsi a questo disegno disumano, tenuti sotto scacco dalle milizie del Califfo che puntavano su di loro gli AK-47, pronti a fare fuoco al minimo passo falso. A dare testimonianza di quanto avvenuto è stato TgCom, che sul proprio sito internet ha rilanciato un video pubblicato poche ore fa su una pagina Facebook di alcuni attivisti yazidi, ma non ancora certificato nella sua veridicità. Il video, clicca qui per vederlo, è costituio da immagini forti, che testimoniano il tentativo di resistenza disperato da parte delle donne dinanzi alla violenza dell’Isis.