Ancora non si capisce precisamente l’origine di questo attacco che alle ore 11 locali in California ha colpito un centro per disabili a San Bernardino (nell’Inland Regional Centre) compiendo, dalle prime notizie dei media locali americani, 12 vittime tra ragazzi disabili e persone nella sala riunioni di questo centro. I racconti arrivando molti frammentati dall’America e ci sono poche certezze, proviamo ad elencarle: tre killer entrati in azione con kalashnikov AK-47 che hanno cominciato a sparare all’impazzata e si sono poi dati alla fuga su un Suv nero. Inoltre alcune scuole e centri commerciali del luogo hanno chiuso e fatto evacuare immediatamente per ovvi motivi di precauzione. Fuggendo, raccontano i primi testimoni, i killer e attentatori avrebbero lasciato un pacco sospetto all’interno del centro disabili e per questo motivo l’edificio è stato fatto evacuare nelle ultime ore e in seguito fatto brillare il pacco. È iniziato tutto alle ore 20 ore italiane: da qui l’America è ripiombata nell’incubo come minimo di sparatorie “domestiche” come peggio di attacchi terroristici.
Le ultime notizie dell’attentato in California stanno impazzando sulle agenzie di tutto il mondo, ma ancora non è chiara la matrice della sparatoria che si è scatenata in una clinica per disabili a San Bernardino. Il presidente Barack Obama è stato informato della vicenda, ed è in stretto contatto con l’antiterrorismo e il consigliere della sicurezza interna Lisa Monaco. Secondo le prime testimonianze lo sparatore avrebbe fatto irruzione e aprto il fuoco appena all’interno della struttura. “Ho visto diversi colpi a terra” – ha raccontato una sopravvissuta che secondo il marito si è salvata barricandosi in ufficio.
Programmi televisivi interrotti sul canale Rai 1 per una nuova breaking news proveniente dagli Stati Uniti in California a San Bernardino. Una sparatoria è scoppiata al centro di servizi sociali, l’Inland Regional Center. Gli attentatori dovrebbero essere tre uomini bianchi in abiti militari, sembra aggirarsi attorno a 20 il numeri di feriti. Il centro è stato evacuato, non ci sono allo stato attuale rivendicazioni da gruppi terroristici ma tutte le piste restano aperte. La Cnn comunica che gli attentatori sono in fuga. Arriva una breaking news dalla Russia e dai vari siti di intelligence mondiali davvero importante: l’Isis ha decapitato una presunta spia russa in un video pubblicato dallo stesso Daesh poco fa. Un filmato di 8 minuti che mostra un messaggio chiaro verso la Russia e Putin in particolare, «non vivrete più in pace» è il messaggio inquietante detto in lingua russa da un combattente del Califfato molto probabilmente anch’esso di origine russa. Si vede il prigioniero in ginocchio con indosso una divisa arancione e con il boia che per la prima volta appare con volto scoperto, forse proprio per far capire all’intelligence russa che si tratta di un uomo russo che intende combattere la propria patria da dentro l’Isis. Minacce contro Mosca e l’epilogo drammatico purtroppo, con la decapitazione in diretta. Bisognerà ora capire quali saranno le conseguenze di questa atto, con probabilmente la risposta di Putin che sarà ancora più efficace e che potrebbe sbloccare la situazione internazionale impelagata nello scontro tra Mosca e Turchia e con le varie tensioni tra la stessa Russia e la Nato. Per avere tutte le ultime notizie sullo scenario internazionale e sulla news della spia russa decapitata, clicca qui sul nostro approfondimento.
Un’immensa ombra di doping arriva in questo pomeriggio come una notizia choc: sono i corso i deferimenti per 26 atleti azzurri con richiesta da parte della Procura Antidoping della Nado-Italia, di 2 anni di squalifica. I motivi? Sarebbero deferiti per eluso controllo antidoping e mancata reperibilità di molti de tesserati Fidal: i nomi coinvolti sono davvero di primo piano nel mondo dell’atletica leggera italiana, in pratica tutte le prime punte di questi ultimi anni, da Andrew Howe Besozzi a Simone Collio, da Fabrizio Donato fino a Giuseppe Gibilisco, per concludere con Daniele Meucci e Andrea Lalli. I provvedimenti sono stati decisi in seguito agli sviluppi dell’indagine Olimpia condotta dai Nas-Ros dei carabinieri di Trento per mandato della procura di Bolzano con anche i vari controlli e accertamenti della Procura Antidoping. Per avere tutti gli aggiornamenti e i dettagli dell’operazione clicca qui per il nostro approfondimento.
È stata battuta a Torino nella casa d’aste Bolaffi la medaglia originale del Premio Nobel di Salvatore Qausimodo: venduto a 100 mila € ad un numismatico appassionato di antiquariato e medaglie, che si aggiudica il prestigioso premio alla letteratura del grande scrittore italiano, vinto nel 1959. La scelta, in accordo con il ministero dei Beni Culturali, l’ha presa il figlio Alessandro che ha ammesso di non aver fatto tutto questo per problemi economici ma semplicemente per rendere un gesto di altruismo perché il Premio fosse fruito pubblicamente. Piccola polemica finale sulle scelte passate del grande Salvatore: «il giorno della premiazione a Stoccolma mi padre andò con un’altra persona, non portando né mia madre né me. Ho perdonato tante cose a mio padre ma questo gesto no». Per avere tutti i dettagli della vicenda, clicca qui per leggere il nostro approfondimento aggiornato in tempo reale.
Un Papa sempre più al centro delle cronache, dopo il ritorno dal viaggio in Africa, Francesco risponde ad una intervista della rivista Credere e lascia importanti dichiarazioni su vari temi. Tra tutto però colpisce la sua considerazione sul pericolo del peccato per ogni uomo, lui compreso: «ancora adesso commetto errori e peccati e mi confesso ogni 15-20 giorni. E se mi confesso è perché ho bisogno di sentire che la misericordia di Dio è ancora su di me: posso tutto solo perché sono perdonato e la Sua misericordia è per me vitale». Un Papa più intimo dopo i grandi discorsi su terrorismo, guerra in Africa e tensioni internazionali: intimo ma che esprime tutta l’interezza del Vangelo di Cristo, in totale continuità da questo punto di vista con il predecessore Benedetto XVI. Clicca qui per tutti i dettagli e il nostro approfondimento sull’intervista a Papa Francesco.
La polemica sulle pensioni in Italia è all’ordine del giorno, e dopo le dichiarazioni di ieri di Tito Boeri (il presidente Inps ha detto che gli under-30 rischiano di andare in pensione a 75 anni e con un quarto dello stipendio) interviene anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: e non sono buone notizie per i giovani lavoratori di oggi. «Parto dal presupposto che il presidente Boeri abbia fatto tutte le sue valutazioni del caso e presumo abbia ragione. Non ho intenzione di smentire confermare la sue parole, perché credo che Boeri abbia fatto valutazioni valide», così Poletti raggiunto ai colleghi di Repubblica a margine di un incontro in Regione Lombardia. Per cui, stringendo, secondo Poletti e l’intero governo italiano al momento i giovani «devono versare i contributi se vogliono una copertura previdenziale visto che non mi risulta i siano stati immaginati strumenti alternativi che garantiscano soluzioni migliori». Viene dunque anche confermata la posizione di Boeri quando dice che si lavorerà più a lungo e le pensioni saranno del 25% inferiori a quelle di oggi: «va detto che questo avverrà tenendo però conto degli anni di percezione e ci saranno a fronte di una crescita del Pil all’1% e di possibili interruzioni di carriera». Situazione è davvero seria e dovranno essere presi provvedimenti nell’immediato futuro per comprendere come sistemare il sistema previdenziale italiano, una impresa certamente titanica.
Incontro intenso a Roma con l’obiettivo chiaro di discutere delle primarie Pd nella città di Milano. Si sono visti l’attuale sindaco milanese Giuliano Pisapia e il premier nonché segretario dem Matteo Renzi: un incontro con i vari vice che ha visto una disamina sembrerebbe abbastanza aperta sull’immediato futuro della città sul tema della primarie di Partito. Nella nota diffusa dal Pd pochi minuti fa, emessa dopo l’incontro tra i due politici, sostanzialmente si confermano aperte tutte le possibilità, con Pisapia che non avrebbe messo alcun veto riguardo a determinati candidati alla poltrona di sindaco. Pisapia intende certamente appoggiare una linea di continuità, che sarebbe mantenuta dalla sua attuale vice (e presente all’incontro con Renzi) Francesca Balzani, una possibile candidata che evidentemente sarebbe in opposizione al commissario Expo Giuseppe Sala. In sintesi, il messaggio che ha rimandato a Renzi è lo stesso espresso in questi giorni di interviste e commenti sul futuro di Milano: «non ho mai detto che non andrebbe bene Sala, ma il percorso migliore è quello di lasciare la decisione ai cittadini del centrosinistra».
Ci sono novità e sviluppi sull’inchiesta della Finanza denominata “Stakanov” che l scorso 22 ottobre ha fatto scattare il blitz nel comune di Sanremo per i tanti dipendenti comunali che lavoravano la metà delle ore e timbravano sempre comunque il cartellino nonostante poi facessero altro fuori dal comune. I “furbetti” del cartellino li chiamano ormai e ora si scopre che nelle ultime elezioni amministrative del 2014 gli straordinari erano diventati una sorta di “torta” da spartire. È un nuovo filone dell’inchiesta che ha scavato nei documenti prelevati durante il blitz e che potrebbero portare a nuove accuse per truffa ai danni dello stato e falso pubblico per aver beneficiato degli straordinari per svolgere varie mansioni in occasione delle consultazioni della primavera scorsa. Si è scopetto che in 3 mesi, tra aprile e giugno, sono ben 170 i dipendenti comunali che hanno contabilizzato 5675 ore di straordinario elettorale, per un costo totale di 80 mila euro: in pratica per avere una parte di questi benefici c’erano dipendenti che rientravano dalla malattia o addirittura rinunciavano alla legge 104.
Scatta l’allerta massima di tensione all’interno dell’ordine internazionale già piuttosto compromesso per i vari conflitti in atto, dalla lotta al terrorismo con una coalizione non chiara e con lo scontro durissimo Russia-Turchia: la Nato ha invitato ufficialmente il Montenegro ad entrare nella grande Alleanza Atlantica con plauso e favore dello stato un tempo sotto la Jugoslavia. Il problema è che questa “avanzata” verso est della Nato non è vista per niente favorevole da Mosca: tramite le parole del portavoce di Putin, Dmitri Peskov, la dura replica «ci potrebbero essere misure di ritorsione dopo questa notizia, con Mosca che ha sempre detto che l’espansione della Nato e delle sue strutture militari ad est non può essere lasciata senza risposta da parte russa, a garanzia della sicurezza». Il segretario di stato Usa, John Kerry, ha sottolineato che la Nato è un’alleanza difensiva che esiste da 70 anni e non costituisce una minaccia per nessuno, tantomeno per la Russia. Per sapere tutte le ultime novità sulla vicenda con i dettagli dell’attuale clima internazionale, clicca qui.
La notizia è di quelle grosse, Mark Zuckerberg è diventato papà. No ecco, non proprio questa la notizia incredibile, anche se siamo lieti per la nascita della figlia Max, ma è la decisione che ha “partorito” il papà di Facebook a scuotere il mondo hi-tech e media: l’ad di Fb ha deciso di donare il 99% delle sue azioni, che attualmente valgono 45 milairdi di dollari, alla filantropia con la creazione della Chan Zuckerberg Iniziative. Obiettivo? Aumentare il potenziale umano e promuovere l’uguaglianza: la decisione presa con la moglie, Priscilla Chan, va verso la direzione di un mondo che non viene risolto dalla sola tecnologia, ma si costruisce partendo da comunità forti, afferma nella lettera il buon Mark. Inoltre afferma anche il suo stop per un periodo di paternità di due mesi: una lettera in cui spiega tutto, ecco tutti i dettagli e il nostro approfondimento sulla notizia choc.
Il Belgio, dopo qualche giorno di calma apparente e con l’allerta scesa al livello 3, di criticità media, ritorna questa mattina in allarme per nuove perquisizioni in corso in questo momento a Molenbeek, il quartiere ad altissimo rischio terrorismo islamista nella periferia di Bruxelles. Lo ha reso noto la procura federale belga, starebbero cercando informazioni aggiuntive su Salah Abdeslam, il grande ricercato d’Europa dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Secono VRT, emittente fiamminga, le perquisizioni al momento non avrebbero avuto degli arresti, ma solo dei controlli a tappeto in un’area con ancora molte cellule dormienti dell’Isis e vari foreign fighters tornata da Siria e Iraq dopo essere stati addestrati dalle forze jihadiste. Le notizie degli ultimi giorni davano ormai per certo la fuga di Salah direttamente in Daesh, nella parte vicina a Raqqa, ma proprio per cercare di capire se questa è una pista veritiera, continuano le zone di controllo in mezza Europa.
Un Silvio Berlusconi a ruota libera intervista questa mattina sulla prima pagina del Corriere della Sera, dalla politica interna fino all’emergenza internazionale e soprattutto sulla strategia da tenere contro l’Isis. «Basta prudenza, non vedo una effettiva consapevolezza della grecità della situazione da parte di molti leader occidentali, forse per mancanza d’esperienza, per mancanza di idee, per paura, per condizionamenti ideologici. Ma ci vuole una grande alleanza con la Russia per combattere il terrorismo jihadista: in questo momento sono a piena disposizione del mio Paese per sostener il costituirsi di una coalizione sotto l’egida dell’Onu», afferma nell’intervista di Francesco Verderami. Un Berlusconi tonico che non intende rassegnarsi a ruolo marginale ma vuole ancora rappresentare una punta di originalità nel panorama politico italiano: «condivido certamente il fatto che non si debbano ripetere gli errori commessi in Libia, quanto a Renzi la prudenza nel combattere il regime di Assad in assenza di una alternativa migliore è un atteggiamento saggio», al contrario invece Berlusconi si scaglia contro il premier nel momento in cui mostra prudenza verso lo Stato Islamico, «quella è una ambiguità che non ci possiamo permettere».
Non più solo raid aerei ma anche forze speciali operative sul terreno. Anche gli Stati Uniti scelgono l’opzione militare da terra nella lotta contro il terrorismo. A darne l’annuncio durante il Congresso è il Segretario alla difesa Carter che ha spiegato che la nuova task force di teste di cuoio verrà dispiegata stabilmente in Iraq e Siria ma che le forze speciali americane hanno già condotto operazioni come la liberazione di ostaggi e la cattura di leader dell’IS. Al momento, in Iraq restano circa 3.300 militari americani. La diplomazia, invece, cerca di ricucire i rapporti tra Russia e Turchia dopo l’abbattimento del jet russo. Secondo Obama, è necessario un dialogo in nome del nemico comune.
Disagi per i trasporti. Alle 8.30 sono iniziate le operazioni per il disinnesco di una bomba della seconda guerra mondiale ritrovata vicino a Terni ed a poche centinaia di metri dall’autostrada A1 e dalla linea ferroviaria. L’intera zona sarà evacuata. Chiusa l’autostrada A1 dalle 10.45 alle 13.30 in entrambi i sensi di marcia tra i caselli di Orvieto ed Orte. A partire dalle 11.30 sarà interrotta anche la circolazione ferroviaria sulla linea Roma – Firenze e Roma – Chiusi sia per i treni ad alta velocità che per quelli regionali fino alla conclusione delle operazioni: è stato indetto anche il divieto di sorvolo sopra la zona di Terni e Orvieto proprio per permettere al meglio la riuscita del brillamento bomba di fattura durante la Seconda Guerra Mondiale.
Alla fine poteva davvero andare peggio: la bomba scoppiata vicino ad una stazione della metropolitana di Istanbul non ha provocato vittime, nonostante le prime voci arrivate dalla metropoli turca, ma solo cinque feriti, dalle schegge di vetri rotti di un autobus che passava davanti alla stazione di Bayrampasa. Molto meglio così ovviamente, l’ordigno esploso è risultato artigianale e composto da un tubo riempito di esplosivo e fatto scoppiare in un momento forse inopportuno perché senza particolari obiettivi vicini. Per questo si presume che i responsabili non siano gruppi organizzati o terroristi proprio per la scarsa dose di abilità dimostrata, ripetiamo, per fortuna. Comunque tutte le ipotesi sono al vaglio della polizia turca che avrebbe scoperto come forse il vero obiettivo era proprio una volante della polizia di Istanbul, visto che alcuni agenti erano passati vicino al luogo dell’esplosione pochi istanti prima dello scoppio. La vita è ripresa nella città fin da subito e non ci sono stati rivendicazioni: certo, la psicosi da attentati è altissima e non è da sottovalutare alcuna ipotesi o teoria sui fatti di ieri.
Fanta-politica? Bufala da web? Nulla di tutto questo, la voce secondo cui Linus – direttore artistico e fondatore di Radio Deejay – sarebbe potuto essere sindaco di Milano è confermata dallo stesso Pasquale Di Molfetta, in arte Linus. «Sì la proposta c’è ma per quanto mi avesse lusingato ho risposto “no, grazie” non mi sento all’altezza della carica». La conferma all’agenzia Adnkronos che racconta di come il Partito Democratico ha chiesto al popolare conduttore radiofonico di poter candidarsi per le prossime comunali di Milano di giugno. «La politica mi fa abbastanza impressione e non credo di avere l’armatura per affrontare, del resto qualunque lavoro è politica e se faccio il mio lavoro da 40 anni vuol dire che sono abbastanza bravo a farlo, meglio continuare così». Continua dunque la campagna “reclutamenti” del Partito Democratico che sta cercando la figura giusta da presentare alle prossime primarie di marzo.
Obama ha lasciato Parigi, dopo la partecipazione alla conferenza sul clima. La situazione di avversità tra Russia e Turchia continua: Putin ha confermato lo stop alle importazioni alimentari dalla Turchia a partire del prossimo gennaio, stabilendo nuove sanzioni economiche dopo l’abbattimento dell’aereo russo da parte dello stato turco. Obama ha cercato di incitare un riappacificamento tra i due capi di stato: è opportuno allentare le tensioni in modo da concentrarsi sul nemico comune, l’Isis. Ha però anche detto che al momento non crede che vi sia soluzione nel breve periodo per lo scontro occorso dopo l’abbattimento del jet russo da parte di Ankara. Certamente per la coalizione contro lo Stato Islamico di vitale importanza è capire come saranno i rapporti tra i vari membri: di certo al momento non sono dei migliori.
La situazione riguardante la disoccupazione in Italia è migliorata, nonostante gli indici della ripresa economica e della situazione del lavoro non siano ancora ai livelli pre-crisi. Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Istat, il livello della disoccupazione è sceso infatti all’11,5%, livello più basso nel corso degli ultimi tre anni. Il ministro dell’economia Padoan si dimostra positivo verso un recupero. Resta tuttavia difficile la situazione giovanile, precisamente quella dei ragazzi tra i quindici e i ventiquattro anni: la percentuale di disoccupazione è aumentata del 0,3% in un mese. Effetto del Jobs Act? Migliorata fiducia nel fattore ripresa del Paese? Saranno i prossimi mesi a stabilirlo, intanto i dati odierni parlano di un punto a favore della ritrovata (anche se lieve) fiducia nel mondo lavoro in Italia.
Durante la presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, Matteo Renzi ha rilasciato alcune affermazioni su un eventuale intervento in Siria. Non si tratta di pregiudizi ostili verso un intervento militare, ha spiegato il premier, quanto della necessità di stabilire una strategia prima di operazioni avventate. Ha infatti ricordato del passato recente quando in Libia si intervenì con maniera scriteriata non pensando ad una strategia successiva e le conseguenze di quei mesi le portiamo addosso ancora, con lo Stato Islamico che ha potuto proliferare comodamente in uno stato sfasciato come ormai è il territorio libico. Renzi ha parlato anche dei dati positivi riguardo alla disoccupazione in Italia e delle previsioni riguardanti il PIL.
Un anziano di 73 anni della provincia di Ferrara è stato rapito e lasciato a morire in un armeria in disuso da decenni. A confessarlo è stato uno dei sequestratori, Ivan Pajdek. A settembre, i tre uomini responsabili (un ungherese, uno slovacco e un rumeno) si sono recati nella casa dell’anziano ex elettricista, nei pressi di Aguscello, per derubarlo; una volta scoperti, i tre hanno picchiato brutalmente l’uomo, legandogli i polsi con delle fascette e imbavagliandolo, per poi lasciarlo all’interno dell’ex armeria. I criminali, secondo le parole di Pajdek, sarebbero dovuti tornare per liberare l’anziano, ma troppi poliziotti erano presenti nella zona. Pajdek ha anche affermato che il furto sarebbe stato consigliato dalla madre di uno dei suoi complici, una badante che lavora vicino alla casa della vittima. La procura non esclude che le parole di Pajdek costituiscano una strategia per evitare l’accusa di omicidio volontario.