Militante storica del partito radicale, 59 anni, infermiera in un ospedale in provincia di Novara, Dominique Velati ha deciso di morire. La donna ha scoperto di essere malata di tumore al colon lo scorso settembre. Nonostante le cure, la chemioterapia e un intervento chirurgico, sembra che per lei non ci siano speranze e così ha deciso di recarsi nella nota clinica svizzera dove si applica l’eutanasia. La sua storia è stata resa nota da lei stessa e pubblicizzata sul sito dell’Associazione Luca Coscioni che si batte per la legalizzazione in Italia della cosiddetta morte dolce. La Velati è stata anche intervistata dal Fatto quotidiano e dal programma tv Servizio pubblico in cui ha spiegato le sue ragioni: “Pensare di prolungare la vita, con la certezza di non guarire, sapendo che comunque la malattia va avanti lo stesso… Stare sempre peggio per arrivare al punto che la chemio non fa più effetto, o che io non la sopporto più… no. Ho paura della sofferenza, del dolore. Sono contraria al dolore inutile. Per me questo era un dolore inutile. Così ho deciso per l’ eutanasia”. Ha anche spiegato come sarebbe morta: un antiemetico per evitare di vomitare, poi dopo mezz’ora un bicchiere con 15 millilitri di pentobarbital dopo di cui ci si addormenta. Poi il cuore si ferma. Emma Bonino a sua volta ha reso pubblico un video messaggio dai contenuti controversi, in cui augura alla donna una morte indolore e la ringrazia per il suo gesto: “Ti ringrazio per la vicinanza in questo periodo per me difficile e per te drammatico. Che la terra ti sia lieve” ha detto. L’esponente radicale marco cappato che ha reso noot il fatot dopo che la donna è morta lo scorso 15 dicembre si è autodenunciato annunciando che il suo partito pagherà le spese di viaggio fino in Svizera a chi vuole sottoporsi all’eutanasia.