Intervistato dai colleghi della Stampa oggi, l’invitato Onu in Siria conferma che uno scontro mondiale (noi la chiamiamo terza guerra e non è una provocazione ma un rischio reale) ci sarà e sarà anche molto lungo. «Tutti vogliono conquistare posizioni prima della tregua che ci sarà». In teoria tutti vogliono attaccare l’Isis, in pratica lo fanno o cercheranno di farlo con la certezza di poterci guadagnare tutti qualcosa, e la lotta e cercare di capire chi guadagna più dell’altro. Il gioco è questo e Staffan de Mistura, questo il nome dell’inviato Onu in Siria, è certo che il livello dello scontro sarà ancora lungo. Una vera soluzione al momento non c’è, anche se in linea di massima l’Onu ha inteso un cessato il fuoco complessivo. «Tutti combatteranno, politica condivisa, si potrebbe immaginare una coalizione congiunta: però bisogna affrontare il vero nocciolo, cioè la sensazione che i sunniti siano ignorati. Da qui la necessità di un governo inclusivo, fino a quando i sunniti avranno la sensazione di essere emarginati, ci sarà terreno fertile perché chiudano un occhio sull’Isis», le parole di de Mistura. Il rebus dunque è sempre quello, Bashar Assad, sarà la sua “testa” che verrà chiesta negli accordi della coalizione Anti-Isis in Siria? Gli Usa l’avrebbero già datto, la Russia non vuole: già qui il primo grosso problema, con le varie strategie sotterranee e diplomatiche che continuano nell’ombra. Insomma, un bel dilemma.



Una coalizione internazionale che deve comunicarsi le informazioni altrimenti il rischio di terza guerra mondiale, sempre più dietro l’angolo purtroppo, potrebbe diventare realtà. Il terrorismo è l’obiettivo di tutti i protagonisti mondiali, ma il vero problema sono le varie prerogative più o meno ufficiali per cui intrighi, scambi commerciali e dinamiche di potere che possono ogni secondo cambiare e ricambiare le alleanze.



Sembra teoria ma purtroppo è tutta pratica, con Usa, Russia, Turchia e Siria, ma tante altre ancora che stanno alla finestra (e purtroppo non solo quella) e muovere le proprie pedine su uno scacchiere internazionale a più piani. Per questo motivo quando arrivano notizie come quella di ieri notte, vanno sottolineate perché ogni mossa condivida tra le coalizione anti Isis e terrorismo islamico in un periodo come questo sono micro passi verso una distensione.

Le forze della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti sono state avvisate dalla Russia che i loro caccia non tentino di avvicinarsi all’aereo del presidente siriano Assad per evitare scontri: domani l’uomo più in discussione del Medio Oriente volerà dall’alleato Iran e i caccia russi faranno da scudo, per questo motivo la notizia è stata condivisa con Washington perché non avvengano altri “spiacevoli” scontri come per il jet russo abbattuto dalla Turchia. Chiaro, sotto l’intento è anche quello di “non immischiarsi” in affari altrui, ma da questo punto di vista anche la Russia c’entrerebbe ben poco. Scontro mondiale o distensione?