Blocco del traffico a Milano di tre giorni per fare fronte all’emergenza smog. Lunedì 28, martedì 29 e mercoledì 30 dicembre le auto non potranno circolare dalle 10 alle 16. Blocco del traffico anche a Roma, dove però il blocco prevede le targhe alterne e sarà in vigore solo lunedì e martedì. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha affermato: “Tutti gli studi scientifici dimostrano che per avere una maggiore efficacia i provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico devono riguardare un territorio vasto e non solo i singoli Comuni”. Ne abbiamo parlato con Ezio Bolzacchini, professore di Chimica ambientale all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.



Come mai siamo arrivati a questa emergenza smog?

La situazione è drammatica, nel senso che lo strato di inversione è molto basso in quanto è sceso a circa 300 metri. Finora non c’è stato nessun evento meteorologico, quale vento, pioggia o neve, che abbia eliminato le concentrazioni di particolato atmosferico. Tutto ciò che viene prodotto rimane nello spazio di 300 metri di altezza, al contrario del periodo estivo quando si parla di qualche chilometro. Si concentra molto, tutto quello che produciamo rimane continuamente in atmosfera e non c’è possibilità di rimuoverlo. Questo fenomeno si crea sempre in un periodo invernale. Il fattore moltiplicativo al suolo di questo strato di inversione è pari a tre volte. Il blocco del traffico impedisce l’aggravarsi della situazione ma non lo risolve.



Quanto è dannoso per la salute questo livello di inquinamento?

Nel 2014 l’Oms ha affermato che il particolato atmosferico è un cancerogeno accertato per l’uomo: si tratta di una conclusione suffragata da innumerevoli studi. E’ quindi una situazione molto grave.

Rischiamo di trovarci ai livelli di inquinamento della Cina?

Sì, l’effetto è lo stesso. Anche a Pechino c’è una situazione meteo-climatica che si instaura esattamente in questo modo. Concorrono gli stessi fattori: la situazione meteo-climatica sfavorevole che non disperde gli inquinanti e forti emissioni antropiche al suolo.



Quali possono essere le conseguenze?

L’esempio storico del grande smog di Londra nel 1952, che provocò 3.500 morti in una settimana, nacque dalla stessa esatta situazione che si sta verificando a Milano e Roma.

In questo caso quelle che si registrano a Milano e Roma sono concentrazioni mortali?

Sì, certo. Ma a dirlo non sono io bensì l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le analisi epidemiologiche degli episodi acuti indicano esattamente questo.

Il blocco del traffico a Milano e Roma: è la soluzione?

Questa è una scelta politica, io mi limito a spiegare il dato scientifico. Se noi consideriamo l’interno e l’esterno dell’Area C di Milano, la quantità di particolato è identica, ma la qualità del particolato è diversa. I composti più importanti a livello tossicologico come benzopirene e gli altri policiclici aromatici (sostanze gravemente cancerogene, Ndr) sono il 25% in meno nell’area C rispetto al resto del Comune di Milano. Se si diminuisce la circolazione di autoveicoli, e in particolare dei motori diesel, si riduce la diffusione di tutta una serie di composti nell’aria. I policiclici aromatici sono infatti prodotti soprattutto dai diesel.

 

Anziché bloccare tutte le auto, non sarebbe meglio fermare solo i diesel?

No. E’ chiaro che un provvedimento di questo genere deve riguardare in modo particolare i motori diesel, ma ci sono anche altri inquinanti come gli ossidi di azoto, NO ed NOX, anche questi molto nocivi per la salute umana.

 

Allora che cosa bisogna fare?

In primo luogo occorre ridurre le emissioni di particolato atmosferico, incluso quello da riscaldamento. Dopo di che uno dei punti più importanti è il traffico auto-veicolare, che va diminuito in modo marcato. Non ritengo però che vada sospeso ma soltanto diminuito: per esempio basta usare motori elettrici e motori ibridi.

 

(Pietro Vernizzi)