Oggi, 26 dicembre, si celebre Santo Stefano, il primo dei sette diaconi scelti per diffondere il messaggio della comunità cristiana e che fu accusato di blasfemia e lapidato. Durante l’esecuzione, Santo Stefano chiese al Signore di perdonare tutti coloro che lo stavano martirizzando. La chiesa di Casaferro di Marigliano è dedicata proprio a Santo Stefano e, in onore, del martire, questa mattina, si è svolta la processione. I fedeli hanno prima partecipato alla Santa Messa ricevendo la benedizione del parroco e poi hanno seguito il Santo in processione. Alla celebrazione religiosa ha partecipato anche la comunità politica. Un momento di raccoglimento per la città di Marigliano e di riflessione per accogliere il messaggio religioso in un giorno di festa come quello odierno.



Oggi, sabato 26 dicembre 2015, viene celebrata in Italia la figura di Santo Stefano. Come detto in Italia questa festività è stata introdotta a partire dal 1949 al fine di allungare, un po’ come avviene per la Pasqua seguita dal Lunedì dell’Angelo, le festività natalizie. Fino al 1960 però veniva celebrata in Italia anche il ritrovamento delle reliquie d Santo Stefano (Festa dell’Invenzione) fatto coincidere con il 3 agosto. Ancora oggi in alcuni paesi, quali Vimercate e Putignano, di cui il Santo è protettore, il protomartire viene ricordato e omaggiato con celebrazioni solenni. L’attributo associato a Santo Stefano sono le pietre della lapidazione: è per queste ragioni che il protomartire viene invocato per la cura dei calcoli renari (malattia delle pietre) ed è il patrono dei muratori e dei tagliapietre.



La Chiesa Cattolica oggi festeggia Santo Stefano con Papa Francesco che nell’Angelus ne ricorda le virtù e ne attualizza il messaggio. Un Angelus che si aprire sottolineando “Celebriamo oggi la Festa di santo Stefano. Il ricordo del primo martire segue immediatamente la solennità del Natale”. Il Santo Padre quindi aggiunge: “C’è un aspetto particolare, nell’odierno racconto degli Atti degli Apostoli, che avvicina santo Stefano al Signore. È il suo perdono prima di morire lapidato”. Infine, Papa Francesco fa presente come santo Stefano perdonò un personaggio che partecipò alla sua lapidazione e che negli anni successivi sarebbe diventato uno dei pilastri del Cristianesimo: Saulo ed ossia San Paolo. Questo per rimarcare quanto il perdono possa essere importante nella vita terrena.



È stato il primo dei sette diaconi scelti dalla comunità cristiana per dare supporto gli apostoli di Gesù Cristo nel ministero della fede. Nel calendario martirologio romano viene ricordato il giorno del 26 dicembre. Una data che è divenuta festa nazionale in Italia soltanto a partire dall’anno 1947, con lo scopo anche di rendere più solenni i festeggiamenti per il Natale. Tuttavia, il giorno di Santo Stefano è riconosciuto come festa nazionale in pochi Paesi nel mondo e per la precisione in Austria, in Germania, in Irlanda, in Danimarca, in Croazia, in Serbia, in Montenegro ed in Romania. Invece, nel Regno Unito ed in molti Paesi del Commonwealth, il vecchio Impero Britannico, il 26 dicembre si festeggia il Boxing Day che corrisponde a Santo Stefano a patto che tale data, come quest’anno, non cada di domenica altrimenti viene spostata al 27 dicembre.

Protomartire è uno dei santi più venerati del calendario cristiano. L’appellativo Protomartire gli deriva dal suo essere stato il primo cristiano che ha sacrificato la vita in nome della fede. Santo Stefano era originario di Gerusalemme e fu uno dei sette diaconi che la comunità cristiana scelse come aiutanti dei 12 apostoli. Al suo martirio poté assistere anche San Paolo, che allora non si era convertito al cristianesimo. Il tutto viene raccontato negli Atti degli Apostoli.
Santo Stefano fu ucciso per lapidazione probabilmente dopo il 36 d.C., anno a partire dal quale i romani iniziarono ad utilizzare proprio la lapidazione al posto della crocifissione. La sua origine doveva essere probabilmente greca e dalla Grecia egli si sarebbe trasferito a un certo punto a Gerusalemme. Allo stesso tempo però non si può escludere categoricamente che potesse essere un ebreo.

Proprio i Vangeli raccontano di come Santo Stefano sia stato scelto come diacono dagli apostoli per diffondere la parola di Dio e la preghiera tra la gente. Insieme a lui furono scelti anche Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas e Nicola di Antiochia.

Diverse furono le persone che Santo Stefano convertì alla fede cristiana nel corso della sua predicazione a Gerusalemme, città che era d’altronde un crocevia di popoli e culture. A un certo punto, però, arrivò nei suoi confronti la grave accusa di blasfemia. Secondo i suoi detrattori, Santo Stefano avrebbe pronunciato espressioni blasfeme contro Mosè. A questo punto egli fu sottoposto a processo e parlò a lungo per tentare di difendersi. Anche in questa occasione egli invitò tutti ad ascoltare lo Spirito Santo.

Queste sue parole non gli valsero la salvezza e per lui giunse il momento dell’esecuzione, avvenuta proprio sotto gli occhi di Paolo, ai piedi del quale, sempre secondo quanto si legge nelle Sacre Scritture, tutte le persone presenti avrebbero poggiato i loro mantelli per poi accingersi a tirare pietre contro il povero Santo Stefano. La sua fu una vera e propria esecuzione. In ogni caso, egli non smise mai di pregare e di rivolgersi a Gesù, anche mentre moriva. Il corpo di Santo Stefano non ebbe neanche una degna sepoltura e fu ritrovato nel V secolo d.C., in seguito alla rivelazione che un sacerdote di Gerusalemme ebbe durante il sonno.
Da quando si riportarono alla luce le sue reliquie, le stesse iniziarono a disperdersi in giro per il mondo. Lo stesso Sant’Agostino ci racconta nei suoi scritti che una memoria di Santo Stefano si trovava ai suoi tempi anche ad Ancona, portata da un marinaio che veniva da Gerusalemme.
Ovviamente, come spesso accade quando si parla di reliquie, molti dei racconti sono al limite della leggenda. In effetti, anche la città di Venezia secondo la tradizione dovrebbe essere legata al corpo del santo e si dice che lo stesso si conserverebbe qui per intero, proprio all’interno della Chiesta di Santo Stefano, che da lui prende il nome. Accanto alle storie riguardanti le reliquie, ci sono poi quelle inerenti i miracoli che il santo avrebbe compiuto. Pare che il solo avvicinarsi alle sue reliquie o alla sua tomba porterebbe al manifestarsi di eventi miracolosi.  

Il culto di Santo Stefano, in ogni caso, è molto antico e lo dimostrano tutte le leggende legate alle reliquie e ai miracoli. In Italia è molto venerato a Roma, dove esistono diverse chiese che prendono il suo nome, tra cui la più nota è quella di Santo Stefano Rotondo sul colle Celio. Il santo è festeggiato dai cristiani il 26 dicembre, il giorno che segue il Natale. Santo Stefano è inoltre patrono di moltissimi comuni che lo venerano come protettore della loro città. Tra questi si possono ricordare ad esempio Putignano (Bari), Capua, Biella, Fiano Romano, Concordia Sagittaria, e poi i paesi che dal santo prendono anche il nome, come Santo Stefano del Sole, Santo Stefano in Aspromonte, Santo Stefano di Rogliano e tanti altri ancora.

Insieme a Santo Stefano, il 26 dicembre si festeggiano anche San Dionigi Papa, San Zosimo Papa e Sant’Evaristo di Costantinopoli.