Il 27 dicembre 2015 il calendario menziona, prima dei Santi del giorno, la celebrazione della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Questa ricorrenza, infatti, si festeggia la prima domenica dopo il Natale ed è un importante momento per i cristiani per celebrare l’unità e la sacralità della famiglia. Questa festa venne istituita dalla Chiesa nel 1921, da Benedetto XV, per dare un nuovo impulso all’istituzione del focolare domestico, composto da tanti membri, ognuno con il suo valore e il suo compito, per questo vengono ricordati i nomi di ogni componente della Sacra Famiglia. Gesù, Giuseppe e Maria sono un modello da seguire, persone normali e allo stesso tempo eccezionali agli occhi di Dio.
In questo quadro d’amore c’è l’umana semplicità di due genitori che accudiscono un figlio, lo amano, lo nutrono, lo seguono nei suoi progressi e di un bambino che vive il suo tempo, che gioca, si diverte e segue l’esempio dei suoi familiari, è questo il modello di vita a cui ispirarsi. Inoltre, in questa celebrazione si vuole sottolineare, ancora una volta, l’importanza della famiglia come Chiesa domestica, dove i valori cristiani si accolgono e si nutrono prima di testimoniarli agli altri.
Tra i Santi più importanti, che si festeggiano oggi, al di là della celebrazione mobile della Santa Famiglia, c’è San Giovanni Evangelista. Non si conosce bene la data di morte né quella di nascita del religioso, ma come i primi Santi della Chiesa viene celebrato tra il Natale e l’Epifania. La figura di questo Santo è molto importante, è alla base della stessa religione cristiana, Giovanni, infatti, era uno dei pescatori chiamati da Gesù a seguirlo, era figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo il maggiore, fu molto colpito dalla predicazione del Battista e poi seguì il Cristo dall’inizio fino alla fine.
Fu l’unico discepolo a rimanere sotto la Croce, accanto a Maria, e a credere nella sua resurrezione, dopo la quale iniziò a predicare la buona novella soprattutto a Efeso, fino a quando l’imperatore romano Diocleziano lo convocò a Roma. Il politico, sprezzante di questa nuova religione che si stava diffondendo, lo condannò a morte immergendolo nell’olio bollente da cui uscì illeso, per questo fu mandato in esilio sull’isola di Patmos dove ebbe la visione dell’Apocalisse e scrisse il libro più famoso in merito.
A San Giovanni Evangelista è attribuito anche il quarto Vangelo e alcune lettere rivolte ai primi cristiani. Quando finì il suo esilio tornò a predicare e morì centenario in pace. Il suo nome è spesso invocato per guarire da scottature e, tra le altre cose, è protettore delle vedove, degli scrittori e dei teologici. San Giovanni Evangelista è patrono di San Giovanni la Punta in provincia di Catania, dove la festività liturgica si celebra proprio il 27 dicembre. In tale occasione il simulacro del Santo, con tanto di reliquia, viene posizionato sull’altare centrale del Duomo, il Santuario della Madonna della Ravanusa, e dopo le Sante Messe, in serata, viene portato fuori dalla Chiesa per la sua uscita in piazza davanti ai cittadini, accompagnato da fuochi d’artificio e portato in processione per il centro storico. Gli abitanti del posto, quando passa il corteo, espongono dai balconi e dalle finestre luci e bandiere e non manca la banda musicale ad fare da sottofondo all’intera passeggiata.
Il nome di questa città, dove il Santo è un punto di riferimento, si chiamava inizialmente San Giovanni De Nemore, ma cambiò nome quando un’eruzione dell’Etna si fermò davanti all’immagine votiva di San Giovanni Evangelista formando una sorta di punta. Questo borgo è oggi un polo commerciale importante per i paesi etnei. Tra gli altri santi e beati che si festeggiano oggi si ricordano Beata Loretta Fusconi, Beato Alfredo Parte, Santa Fabiola di Roma e Beata Delfina di Sabran.