Allarme Smog: il nuovo incubo che è planato sulle nostre città, a raffreddare il timido ottimismo di questo 2015. Una cartina apparsa ieri sul Corriere della Sera dava un’immagine impietosa della situazione. Una mappa d’Europa piacevolmente punteggiata di gradevoli aree verdi e che invece s’incupiva, in modo davvero esagerato, sulla povera Val Padana: solo un angolo di Polonia teneva il nostro passo, in fatto di Pm10 e Pm2,5.
Robe da sprofondare nella vergogna e nella depressione. Specie se poi l’occhio transitava su Parigi o Londra, risparmiate da ogni puntino nero e tutte adagiate nel tranquillizzante verde, che definisce metropoli ampiamente dentro i parametri di salubrità dell’aria. Cos’abbiamo fatto di male o di sbagliato per aver addosso il marchio infame dello smog? È a questo punto che oltre all’aria mefitica ci tocca sorbire la venefica saccenteria di quelli che “io l’avevo detto” o di quelli che “se andassimo tutti in bicicletta non ci troveremmo in questa situazione”. E poi a seguire eccoci risucchiati nel frullatore delle mille analisi, dove ognuno propone dati che in genere non corrispondono quasi mai a quelli degli altri. Colpa delle auto? Colpa del riscaldamento. Più delle une o più dell’altro? Addirittura vengono messe nel mirino le stufe a pellet e c’è chi punta il dito contro i forni a legna delle pizzerie (accade a Napoli)…
La cosa più umiliante sono poi i paragoni. Ad esempio ci hanno raccontato la bella favola di Zurigo, città quasi perfetta dove le auto blu sono state abolite e anche i politici girano con il car sharing. Ripenso a quando ho visto l’ultima auto blu a Milano, e sinceramente non riesco a ricordarlo. Deve essere passato tanto tempo. E poi vedo la città pullulare di car sharing, e quindi mi chiedo perché mentre Zurigo è un modello Milano dovrebbe essere una vergogna. E allora mi vien da dire che la questione forse è un’altra: che quella è una bella cittadina di modeste proporzioni, posizionata su un grande lago, mentre Milano è una metropoli calata nel mezzo di una pianura, dove l’aria è rafferma – smog o non smog – per 360 giorni all’anno. I 5 restanti sono i rarissimi, preziosi giorni di vento. Se poi capita che per tre mesi non cada una sola goccia di pioggia, il disastro è fatto… Sarebbe divertente vedere che ne sarebbe della bella Zurigo se fosse nei panni di Milano.
È forse una colpa essere una città che non vive solo di transazioni finanziarie ma che si sporca le mani con la “vecchia” industria manifatturiera che punteggia il tessuto della città metropolitana?
Tutto questo per dire che lo smog non è un problema? E che non ci si può far niente? No. Semplicemente bisognerebbe non rendere ancor più opprimente lo smog, gravandolo con i sensi di colpa. Non è davvero il caso. Milano è la città che ha stupito tutti, anche i predicatori di oggi, lasciando i parcheggi di Expo semivuoti e riempiendo invece i vagoni di metropolitana e i treni. È la città che contro il parere di un ecologismo davvero un po’ tonto (è un po’ snob) ha iniziato a scavare la quinta linea di metropolitana (a proposito, quante ne ha Zurigo?). È la città delle quasi 300 stazioni di bikesharing. Ed è anche la città dove un gruppo di ragazzi ha inventato il motorino invisibile inserito nel mozzo della bici, per cui si pedala “assistiti”, a pochi centesimi alla mezz’ora.
Invece di deprimere le persone conviene dire che una strada buona è stata imboccata e che conviene proseguire su quella, con convinzione, perché solo così ci si può difendere da un dato ineluttabile di natura: quello di non avere mari, di non avere laghi, di non avere fiumi. E di esser messi a sandwich tra Alpi e Appennini. Facciamocene una ragione e tiriamo le dovute e ragionevoli conseguenze. Anche perché sarebbe brutto che il nostro magnifico Duomo tornasse ad essere nero dopo che è stato tirato così bene a lucido. A proposito, quanto Pm10 accetterebbe Zurigo pur di aver un Duomo così?