Santa Barbara è molto venerata fin dai primordi della Chiesa Cattolica, poiché fu una delle prime sante che immolarono la propria vita e verginità per difendere la fede in Cristo, quando ancora non vi era la libertà di professarla. Ciononostante, o forse proprio per questo, poiché la devozione popolare ha moltiplicato i racconti intorno a lei, della sua vita si sa molto poco, e le informazioni che ci sono giunte dalle varie agiografie sfumano spesso nella leggenda. Ciò che si sa con certezza è che Santa Barbara visse tra il III e il IV secolo avanti Cristo e che nacque in Turchia, in una città che all’epoca si chiamava Nicomedia. Il suo nome in realtà è solo il termine dispregiativo che all’epoca si usava per indicare coloro che non erano romani, i barbari. Il padre della santa si chiamava Dioscoro ed era un pagano, mentre la giovane Santa Barbara, forse per influsso di sua madre, si era avvicinata alla figura di Gesù il Nazzareno e in lui aveva iniziato a nutrire la sua fede. Il padre di Santa Barbara, che voleva tenere la ragazza al riparo da pretendenti inopportuni, fece costruire per lei una torre. La fanciulla ordinò ai costruttori di aprire in quella torre tre finestre anziché due, com’era da progetto, e di costruirle anche una vasca in cui ella fu battezzata. Tutto questo fece comprendere a suo padre che la figlia si era convertita al cristianesimo, e da quel momento cercò in ogni modo di farle abiurare il suo nuovo credo. Santa Barbara però si rifiutò di rinnegare il Cristo e fuggì, poiché le pareti della torre in cui suo padre l’aveva rinchiusa, miracolosamente, si erano fatte evanescenti. Ma il crudele Dioscoro, che aveva promesso che avrebbe ucciso di suo pugno Santa Barbara se non avesse rinnegato il cristianesimo, la ritrovò e la sottopose ad orribile torture, complice il prefetto romano. Dapprima fu fustigata, ma il nerbo dell’aguzzino si mutò in piume di pavone. Poi le furono applicate piastre infocate, le furono mozzati i seni, e infine Dioscoro la decapitò. L’anima di Santa Barbara si librò verso il cielo, da dove invece cadde a terra un fulmine che bruciò seduta stante il malvagio padre. Insieme a Santa Barbara fu martirizzata anche la sua amica Giuliana, anch’ella convertitasi al cristianesimo. 



I resti della fanciulla oggi sono custoditi nella cattedrale di Rieti, poiché si racconta che è nella Sabina che lei fu martirizzata, e nella chiesa veneziana di San Giovanni Battista a Torcello. La venerazione intorno alla sua figura è grandissima poiché viene considerata la protettrice di tutti coloro che sono soggetti a subire una morte violenta, quindi minatori, artificieri e armaioli. Inoltre, è la patrona di vari corpi della forze dell’ordine, e in particoalr modo della marina Militare, dei Vigili del Fuoco, dell’Artiglieria e del Genio. La sua memoria liturgica si celebra il 4 dicembre, e il suo nome è anche incluso in un noto proverbio popolare: Santa Barbara benedetta liberaci dal fulmine e dalla saetta. 



Il giorno 4 dicembre il calendario della Chiesa cattolica ricorda anche san Giovanni Damasceno, dottore della Chiesa; san Bernardo di Parma, vescovo, il beato Guido da Selvena e i santi Raimondo di San Vittore e Guglielmo di san Leonardo, martiri.

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