E ora spunta un inquietante risvolto dell’attentato in California di due giorni fa, con i 16 morti nel centro disabili di San Bernardino: un risvolto che rischia di aprire scenari da brividi, più vicini alla terza guerra mondiale che non ha ad un vero e proprio allarme terrorismo. Ci sono ancora tante ombre in quel orribile caso che ha sconvolto l’America intera e che sembrava relegato all’ennesima sparatoria da folli: invece le ultime notizie che arrivano d’Oltreoceano parlano di scoperte incredibili in casa dei due killer assassinati dalla polizia quattro ore dopo l’attacco nel centro disabili. A casa di Syed Farook e Tashfeen Malilk le forze speciali hanno trovato un manuale d’istruzioni di Al Qaeda per fabbricare una bomba tratto da una rivista online “Inspire”, linea dello jihadismo internazionale. E purtroppo non solo: Secondo la CNN che cita fonti investigative, il killer avrebbe scritto un post su Facebook in cui ha espresso sostegno al leader dello Stato Islamico, ovvero il Califfo Al-Baghdadi. Un arsenale, bombe fatte in casa e legami con il Pakistan e l’Arabia Saudita: lo scenario non è dei migliori e potrebbe trattarsi davvero di un’azione Isis, seppur di “piccole” dimensioni, contro l’America. Se fosse tutto confermato, quali le conseguenze di questo fatto? Probabilmente non le sapremo mai pubblicamente, ma potrebbe esserci una decisa avanzata degli Usa di Obama, ancora restii ad un coinvolgimento pesante, verso la coalizione anti-Isis che comprende già Francia, Inghilterra e Germania. Ma avanzare senza risolvere prima la questione e crisi Turchia-Russia è una utopia vera a propria: e da qui si passa per capire come un terzo conflitto mondiale potrebbe scoppiare o si spera essere evitato.
E avanti un altro, il conflitto che potremmo anche chiamare terza guerra mondiale, si avvicina: anche il Parlamento tedesco ha pochi minuti fa prima di mezzogiorno approvato in aula il sì alla missione raid contro l’Isis in Siria. Tradotto, da domani già sarà possibile vedere Tornado e bombe tedesche nella Coalizione contro il Daesh. Il Bundestag ha approvato con maggioranza l’impiego di Tornado da ricognizione e dispiegamento di una nave e di satelliti militari per combattere il terrorismo. Ci saranno anche un Airbus cisterna, una fregata della Marina e l’invio di 1200 soldati: questo hanno votato i partii di governo, l’alleanza Cdu-Csu della cancelliera Angela Merkel ma anche l’Spd, con l’opposizione che invece in blocco ha votato contro. Si parla di 134 milioni di euro di spesa pubblica per finanziare le operazioni in Siria e si aggiunge al sì inglese del parlamento di Cameron di due giorni fa. Insomma la coalizione si allarga e ora la palla passa alla questione Russia e Turchia che stanno tenendo sempre in scacco la Nato e la possibile coalizione unita contro l’Isis. Putin continua ad essere durissimo contro la Turchia ed Erdogan ma è anche un modo di ribadire una forte centralità nelle operazioni in Siria, l’unica delle Nazioni non Nato a partecipare al momento. Interessante sarà vedere come la Germania proverà a fare da cuscinetto con il Cremlino per conto Nato, il rapporto non è compromesso tra Merkel e Putin e forse da qui potrà ripartire il dialogo. Il problema sarà capire dialogo su che cosa e sopratutto verso che fine, al momento le ipotesi non sono delle più rosee.
Non è esattamente quello che vorremo scoprire in uno dei prossimi giorni alzandoci alla mattina e leggendo il nostro tablet: ma questo rischio è davvero reale? In tanti lanciano questo monito da pochi mesi, molti meno invece battono questa strada da vari anni – come la lucida e splendida lettura di Ratzinger sia prima che durante il suo Pontificato – ma i tempo a cui assistiamo oggi si avvicina davvero molto al paventato conflitto internazionale. Dallo scontro con Russia e Turchia al centro, alle tensioni dentro la Nato finanche alla lotta al terrorismo con l’Isis che forse ha funto da punto collettore di minaccia, odio e rischi per l’immediato futuro di tutti.
Dunque quale strategia per uscire da questo stato di empasse? Quale via per evitare un possibile scontro postmoderno a cui nessuno davvero pensa ma che sembra nei fatti invece “solleticare” con azioni e scorrettezze da piena guerra fredda? In un intervento che è passato inosservato da molti analisti italioti, esclusi Stampa e Foglio, il presidente “doppiamente” emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha parlato alla commissione esteri del Senato con interessanti argomenti. «L’errore è consistito in una sorta di disimpegno di larga parte della comunità internazionale nella fase successiva a quella dell’intervento militare e della caduta di Gheddafi»: argomento ovviamente Libia e esprime in maniera sintetica quanto Renzi e Gentiloni provano a dire in questi giorni (con risultati alterni).
Ma nel suo secondo affondo il buon vecchio Napolitano strappa a mio parere importante plauso: «Si deve fare molta attenzione dentro ai vertici Nato visto che non è possibile che qualche Paese ritenga di poter chiedere solidarietà alla Nato, dopo aver creato problemi proprio alla stessa Alleanza Atlantica. E sì, è il caso del nostro partner, il governo Turco». Bum, anzi doppio bum. Con lucidità e schiettezza l’affondo è chiaramente contro una certa idea del tipo “chiedo solidarietà e pace dopo aver fatto tutto il contrario di queste”. Un doppio monito che ritengo quantomeno “saggio” prendere in considerazione, non tanto perché è Napolitano, ma perché mi pare una lucida visione di quello che abbiamo davanti in questi tempi. E fidatevi, è merce rara.