Il 5 dicembre ricorre la celebrazione di Santa Crispina, venerata sin dall’antichità come madre e cristiana dal grande coraggio. Sono poche le notizie certe su Crispina, così chiamata probabilmente per i capelli crespi e ricci. Proveniente da una famiglia agiata, era nata a Tagora, in Numidia (la parte nord orientale dell’attuale Algeria) nel terzo secolo dopo Cristo. Madre di diversi figli, fu oggetto della persecuzione di Diocleziano del 303, l’ultimo episodio delle allora frequenti oppressioni da parte dell’Impero Romano nei confronti dei cristiani, cessate definitivamente con l’editto di Costantino del 313. A seguito delle ordinanze di quest’ultima ma violenta persecuzione, fu arrestata e condotta a Theveste, dove le furono rasati i capelli come gesto di umiliazione. Il proconsole Annius Anullinus ne ordinò l’esecuzione, dopo che Crispina si rifiutò di venerare gli idoli pagani, rifiutando così di sacrificare la sua fede cristiana. Il coraggio e la tenacia dimostrata prima di morire vennero sottolineate in un sermone di Sant’Agostino, anch’egli nato in Numidia, declamato in occasione della morte della martire, occorsa nel 304. Sebbene sia stata più volte esortata durante l’udienza con il proconsole ad abbandonare la sua fede, così racconta Sant’Agostino, Santa Crispina non si lasciò intimidire dalle violenze, pur consapevole di andare così incontro alla morte per decapitazione. Nel luogo dove probabilmente sorgeva la sua tomba, si trova ora una grande basilica, la cui costruzione risale al V-VI secolo, sorta nella parte settentrionale della città algerina che ora prende il nome di Tebessa.
Santa Crispina non è patrono di nessuna città, nè si celebrano attualmente feste o segre a lei dedicate. Nonostante questo, il suo culto è stato molto diffuso nell’antichità, e fu spesso associato a quello di Santa Tecla e Sant’Agnese, entrambe martiri romane di discendenza nobile, perite a causa delle persecuzioni di Diocleziano. Una diretta testimonianza della rilevanza della sua venerazione è data dal fatto che a Tebessa, la città dove avvenne il suo martirio, si sviluppò rapidamente un importante centro di pellegrinaggio, il cui continuo afflusso di fedeli contribuì a raddoppiare l’estensione della città nei siti attorno alla tomba della santa.
Oltre a Santa Crispina, il 5 dicembre è dedicato alla celbrazione di Beato Bartolomeo Fanti (carmelitano), San Dalmazio di Pavia (martire), Beato Filippo Rinaldi (sacerdote), San Geraldo di Braga (vescovo), San Giovanni Almond (sacerdote e martire), San Lucido di Aquara (monaco) e Beato Nicola Stenone. Santa Crispina è associata all’emblema della palma, antico simbolo cristiano del martirio.