Tanto clamore hanno fatto le parole di Roberto Vecchioni qualche giorno fa in un università di Catania dove ha usato parole offensive verso l’Isola in un frangente anche se, a dirla tutta, si trattava di una dichiarazione di amore per l’Isola e una fortissima critica per come viene trattata dai siciliani. A rispondere al cantautore arriva il post di Rosario Crocetta, presidente della Regione siciliana, che su Facebook mette un commento i reazione con tanto di foto in costume. «La Sicilia è l’isola più bella del mondo» scrive il politico del Pd. Come titolo del post Crocetta mette un provocatorio “la mia risposta a chi parla male della Sicilia, abbiamo dei problemi e molti dei quali arrivano dal passato ma non voglio fare polemica con nessuno. Stiamo superando tutto, il Pil comincia a crescere e ci sono già alcuni piccoli segnali di ripresa”. Una querelle che continua con le parole di Vecchioni che ancora echeggiano sul web e sui social.
In una Piazza San Pietro blindatissima a soli due giorni dall’inizio ufficiale del Giubileo 2016, si è tenuto l’abituale Angelus della domenica con Papa Francesco che dal Vaticano in Roma ha commentato come sempre il Vangelo di oggi e ha poi parlato a ruota libera sui fatti più urgenti e le gravi tensioni presenti nel mondo in questo momento molto difficile. «Perché i cristiani devono avere il coraggio di testimoniare la loro fede, ognuno di noi è chiamato a far conoscere Gesù a quanti ancora non lo conoscono, guai a me se non annuncio il Vangelo. Se ci guardiamo intorno, troviamo persone che sarebbero disponibili a cominciare un cammino di fede se incontrassero dei cristiani innamorati di Gesù: a noi tocca essere coraggiosi!». Altro affondo poi sul tema centrale del prossimo Anno Santo con la Misericordia che sarà davvero al centro di tutto il Giubileo: «perché dovremmo convertirci? Noi cristiani ci consideriamo a posto ma non ci rendiamo conto che proprio da questa presunzione che dobbiamo convertirci: dalla supposizione che tutto sommato va bene così e invece siamo sicuri che quando subiamo qualche torto o affronto riusciamo a reagire senza animosità e a perdonare di cuori chi ci chiede scusa?».
Intervistato sul Corriere della Sera quest’oggi in edicola, il premier italiano Matteo Renzi parla a ruota libera su tutti i temi più scontanti di questi ultimi tempi e ovviamente il primo pensiero corre alle decisioni dell’Italia in campo internazionale: «la posizione dell’Italia è chiara e solida, noi dobbiamo annientare i terroristi non accontentare i commentatori. E la cosa di ui non abbiamo bisogno è un moltiplicarsi di reazioni spot senza sguardo strategico: tutto possiamo permetterci tranne che una Libia bis». Alla domanda su un possibile ruolo marginale in questo modo dell’Italia, il premier risponde col piglio che lo contraddistingue, dicendo che se il protagonismo significa giocare a rincorrere i bombardamenti di altri l’Italia non è d’accordo, si è già dato, non si può rifare l’errore di seguire Sarkozy come allora. «Noi siamo ovunque, in Libano, Afghanistan, Kosovo, Somalia, Iraq e il consigliere militare Onu è il nostro generale Serra. Abbiamo più truppe all’estero di tutte, dopo gli Usa».
Uno stato di cui si parla troppo poco ma che spesso è teatro di attacchi terroristici e quello capito oggi è il secondo in pochi mesi contro membri istituzionali del governo. Il governatore di Aden e sei guardie del corpo sono morte oggi in una esplosione causata da una bomba caricata su un’auto. Una fonte governativa ripresa dai colleghi del Corriere della Sera riporta come il generale Jafar Saad di recente nominato governatore di Aden, si astato ucciso con un attacco bomba che ha preso di mira il suo corteo di auto mentre sostava nel quartiere Tawahi ad Aden, dirigendosi verso il posto di lavoro. A ottobre, fu invece la volta di un Hotel di Aden in cui si trovavano il premier dello Yemen, Khaled Bahah e il suo governo intero, e l’attacco bomba andò prorpio su quell’hotel con rivendicazione dell’Isis, anche se il governo yemenita rimase illeso in tutti i suoi effettivi.
É di un ferito in gravi condizioni il bilancio di un attacco portato avanti da un uomo presso la stazione della metropolitana di Leytonstone, a Londra, nella sera di ieri. L’assalitore, che pare fosse munito anche di machete, ha tentato di sgozzare un passeggero nella piattaforma di attesa del treno della metro, urlando le parole “questo è per la Siria!” e minacciando altri passanti. Dieci minuti di puro terrore, conclusi quando l’uomo è stato immobilizzato dalle forze dell’ordine grazie alle pistole elettroniche. Scotland Yard ha definito l’accaduto come attentato terroristico. Il Parlamento inglese ha recentemente autorizzato l’intervento raid aerei contro l’Isis in Siria. Per saperne di più, clicca qui sul nostro approfondimento.
Tashfeen Malik, la donna uccisa insieme al marito Syed Rizwan Farook durante l’attacco di San Bernardino, ha scritto prima di entrare in azione un messaggio sotto falso nome su Facebook in cui professava la sua fedeltà nei confronti del califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Dall’appartamento dei due assalitori manca l’hard disk del computer e due telefoni cellulari sono stati trovati distrutti. Sebbene la coppia avesse agito come cellula indipendente, appare ormai chiara agli investigatori la matrice terroristica dell’attentato. Il Presidente Obama ha espresso il suo cordoglio per gli eventi e ha continuato a sottolineare come il problema principale consista nella facilità con cui è possibile procurarsi armi negli USA.
Oggi è il giorno delle elezioni regionali in Francia ed è ormai chiaro che a seguito delle stragi del 13 novembre una buona parte del paese si stia spostano verso l’estrema destra, lanciando verso la vittoria la leader del fronte nazionale Marine Le Pen. La donna insieme alla nipote Marion potrebbero diventare le prime due presidenti di regioni a far parte del Front National nel paese francese. Rispettivamente le due fanno parte del Nord-Pas de Calais e del Paca. Per saperne di più, clicca qui per il nostro speciale sulle Elezioni Francia regionali 2015.
Ormai è accetrato che la strage di San Bernardino in California sia stato un atto di terrorismo di matrice islamica, ed oggi le televisioni americane ricordano le quattordici vittime della strage. I killer non facevano parte di una cellula organizzata ma erano dei lupi solitari ispirati dallo stato islamico. Intanto il presidente Barak Obama torna a chiedere leggi più efficaci sul controllo delle armi, mentre le vendite di armi in USA continuano ad aumentare a dismisura. Il Presidente degli Stati Uniti ha sottolineato, come riportato da La Stampa, che le morti di queste persone sono una tragedia per tutto il paese e come sia possibile che i due attentatori siano stati radicalizzati per compiere questo atto orribile. Questo metterebbe in evidenza una minaccia se così fosse. Bisognerà evitare il rischio di persone che soccombano a violente ideologie di matrice estremista.
L’evento del Partito Democratico chiamato Italia Coraggio a portato i banchetti del PD in molte piazze di tutto il Paese, riunendo maggioranza e minoranza del partito per spiegare ai cittadini ed ai militanti tutti i provvedimenti portati avanti dal governo e dal Partito Democratico, ma anche per dire che l’Italia si sta finalmente riprendendo dalla lunga crisi. Sono circa 2113 i banchetti presenti in piazza per tutta l’Italia. Anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha sottolineato che l’Italia deve avere coraggio in questo momento e che la ripartenza c’è con il desiderio che si possa smuovere il denaro privato per riportare al posto che merita il nostro paese.
Quando mancano ormai solo tre giorni al Giubileo straordinario della misericordia indetto da Papa Francesco la capitale è blindata e le misure di sicurezza sono state innalzate al livello massimo a partire dall’otto dicembre, ovvero dal giorno di apertura dell’anno santo. Il prefetto di Roma Gabrielli ha descritto nel dettaglio le misure che sono state prese per aumentare la sicurezza in città durante il Giubileo, come ad esempio il divieto di trasporto di carburanti per il giorno otto. Un sistema che è aumentato in percentuale esponenziale dopo gli attentati dello scorso mese a Parigi. Questi terribili atti inducono quindi il nostro paese a stare molto attento per evitare che si possano creare situazioni alle quali non si vuole nemmeno pensare.
Ormai il Natale è alle porte e la caccia all’albero è aperta, infatti la tradizione impone che per il giorno dell’Immacolata, l’otto dicembre, questo debba essere pronto. Una ricerca della Coldiretti ha detto che quasi quattro milioni di italiani sono pronti ad acquistare l’albero vivo, ma il 65% recupererà il vecchio albero sintetico. Sarà quindi l’ora di tirare fuori fiocchi, lucine colorate e puntali per rallegrare le case con un po’ di colore e far entrare le famiglie nello spirito di quello che è uno dei periodi più belli dell’anno. In questo momento di crisi e per la diminuzione obbligata dei metri quadri delle abitazioni negli ultimi dieci anni e mezzo la dimensione è diminuita arrivando ad acquistare alberi sempre più piccoli per una media inferiore al metro e mezzo.