Non si può parlare di altro modo se non del rischio di terza guerra mondiale quando non passa giorno senza una minaccia, un attentato o un rischio per il terrorismo internazionale e le sue conseguenze (le varie crisi tra Nato, Russia e Medio Oriente). L’Isis è certo il pericolo numero 1, ma forse qualcosa vien prima ovvero il tentativo di predominio per un un futuro prossimo di cambiamento politico, militare e soprattutto militare che vedrà mettere in soffitto le forze e gli equilibri degli ultimi 50 anni. Un tutto contro tutti che fa capire ben poco e che sortisce forse proprio l’effetto che si vuole in origine: mischiare fango con realtà e portare avanti in segreto le proprie operazioni. Resta una instabilità di fondo che sta rendendo davvero la vita modificata e condizionata dal rischio di una metro, di un taxi, di un semplice bar o teatro che fino a qualche anno fa davamo (giustamente) per scontato. È notizia di ieri sera di una bomba che nel centro di Mosca è esplosa e ha provocato tre feriti per fortuna non gravissime: un ordigno artigianale esploso ad una fermata d’autobus nel centro della capitale in Russia, ad un 1km dalla Piazza Rossa. Non è la prima volta che accadono fatti del genere nelle grandi città con spesso i criminali russi che cercano di risolvere le loro faide interne in questi modi, e anche questa volta non si esclude questa pista: è chiaro che però in questi giorni con gli scontri senza freni con Turchia per la questione jet (e molto altro purtroppo) e con l’Isis dopo l’attentato criminale contro l’aereo di linea russo abbattuto, il pensiero di un ennesimo attentato, questa volta non riuscito, vien subito alla mente. L’agenzia Ria Novosti riporta di come alcuni testimoni avrebbero visto l’ordigno lanciato in mezzo ad un gruppo di persone in attesa alla fermata. Circostanze da chiarire, dubbi inquietanti da fugare: nulla da fare, il rischio del conflitto è sempre alla finestra e quel vetro va pulito prima o poi visto che chiuderla e basta non risolve per nulla la situazione.



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