Oggi, prima che i giudici si riunissero per decidere, Francesco Schettino ha dichiarato, leggendo da un foglio, che il giorno della tragedia della Concordia “sono in parte morto anch’io”. Poi le lacrime e i singhiozzi. Adesso è attesa la sentenza dei giudici. “La peggiore vittima di questa vicenda è quel signore che io difendo, Francesco Schettino, a cui si vuole infliggere un pena che sembra un ergastolo, perché questo è stato praticamente chiesto per quest’uomo”, aveva detto in un’altra occasione il difensore di Schettino, avvocato Domenico Pepe aggiungendo: “E’ possibile che non ci si renda conto che costui in questi tre anni ha subito di tutto, ha sofferto come nessun altro mortale”. “E’ stato mortificato, dileggiato, offeso, ingiuriato in udienza, perseguitato dalla stampa e dalle forze dell’ordine”. Intanto quella di oggi è l’ultima udienza del processo Costa Concordia.  Ieri sera l’udienza era stata interrotta a causa di un malore del legale di Costa Marco De Luca, che oggi – dopo gli accertamenti in ospedale effettuati ieri – è tornato in aula e ha concluso il suo intervento, con il quale ha criticato le richieste di risarcimento delle parti civili alla compagnia Costa. I legali di Schettino hanno replicato che lui non possa essere l’unico responsabile della tragedia: se il generatore di emergenza avesse funzionato, hanno ribadito gli avvocati, non ci sarebbero stati 32 morti. (Serena Marotta) 



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