Nuovi dettagli emergono dalle indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio e sulla vita privata di Massimo Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver ucciso la tredicenne il 26 novembre del 2010. Come riporta oggi Tgcom24, una perizia informatica effettuata sul computer del carpentiere di Mapello avrebbe portato alla luce le ricerche che Bossetti faceva sul Web e che tentava di nascondere in ogni modo: “ragazzine”, “rosse”, “tredicenni”, “vergini” sono queste alcune delle parole chiave digitate sui motori di ricerca che conducevano a siti internet con foto di giovani ragazze simili a Yara. Proprio questa “ossessione” nei confronti delle ragazzine, si legge ancora nell’articolo di Tgcom24, secondo il pm Letizia Ruggeri sarebbe il movente dell’omicidio. Non è stato però semplice per i tecnici informatici della procura giungere a questi dati, perché Bossetti utilizzava programmi specifici per cancellare le tracce delle sue ricerche, come Sandbox e Ccleaner che permettono una navigazione sul Web privata.