Il 14 febbraio si celebrano i santi Cirillo e Metodio. Cirillo, il cui nome di battesimo è Costantino, fu evangelizzatore di Pannonia (antica regione della quale facevano parte l’attuale Ungheria, il nord della Croazia, la Slovenia e il Land austriaco) e la Moravia (parte orientale della Cechia che ha per capitale Brno). Sia la Chiesa cattolica che quella ortodossa venerano Cirillo e suo fratello Metodio come santi. Infatti, anche quest’ultimo fu evangelizzatore ai tempi dell’impero bizantino di diversi popoli slavi. Fu il vescovo di Velletri Gauderico a fornire le notizie relative alla vita di questi due santi. Ciò che è certo, comunque, è che entrambi nacquero in Tessalonica nel IX secolo. Il loro grande merito fu non soltanto quello di creare l’alfabeto slavo ma di diffondere la parola di Dio e gli altri testi della liturgia latina presso i popoli slavi. Differente era il ruolo nella Chiesa dei due cristiani: Cirillo era un monaco mentre Metodio era un vescovo. In giovane età, Cirillo si trasferì a Costantinopoli. La sua scelta fu dettata dalla forte volontà di studiare in maniera attiva e costante la teologia e la filosofia. Proprio Costantinopoli gli offrì l’opportunità di diventare ministro di Dio. Cirillo fu, infatti, proclamato sacerdote della basilica di Santa Sofia. La sua cultura si arricchì ulteriormente in seguito all’incontro con Pozio, uomo molto dotto ed istruito che divenne il suo precettore. Costantino studiò e apprese con successo nozioni relative a diverse discipline: musica, geometria, retorica, astronomia. Cirillo, però, si dimostrò molto capace soprattutto con le lingue. Era, infatti, in grado di parlare non soltanto la lingua slava ma anche l’ebraico, il greco medievale, l’arabo ed il siriaco. Fece diversi viaggi in Oriente insieme a Pozio, in uno di questi viaggi, precisamente presso i Càsari, trovò le reliquie di Papa Clemente I. In seguito all’arrivo dell’imperatrice Teodora, la Chiesa latina fu ridimensionata in quanto la volontà dell’impero era quella di contrastare la crescita del messaggio evangelico presso gli slavi. Fu a quel punto che Costantino ebbe, insieme a Metodio, l’incarico di avviare il processo di evangelizzazione inizialmente soltanto della Pannonia. Dopo poco, pèrò, il re della Moravia Rastislav chiese all’imperatore di Bisanzio di inviare dei missionari. Furono proprio Metodio e Cirillo ad essere scelti per quest’altro prestigioso incarico. Quando si recò nel regno di Rastislav, Costantino incominciò ad elaborare il suo nuovo alfabeto, ovvero il giagolitico grazie al quale tradusse alcuni brani del vangelo di Giovanni. Tutto ciò, però, non piacque al clero tedesco. Emersero, dunque, grossi contrasti tra la Chiesa occidentale e quella orientale, a tal punto che si rese necessaria la convocazione dei due fratelli a Roma per parlare con Papa Niccolo I dell’uso della lingua slava. L’incontro andò benissimo a tal punto che il Papa proclamò Metodio prete. Per i due arrivò un’altra ben più grande soddisfazione, il Papa, infatti, diede l’ok per la traduzione della Bibbia in lingua slava ma impose solamente una condizione, cioè che ogni brano venisse letto prima nella lingua originale della Chiesa, vale a dire quella latina, e poi in quella slava. Costantino assunse il nome di Cirillo proprio nel corso del suo viaggio a Roma. Durante la permanenza presso la sede papale egli si ammalò e morì. Il fratello fece inizialmente ritorno in Moravia per poi giungere nuovamente a Roma, stavolta per essere proclamato Vescovo. In Moravia, però, le cose cambiarono in peggio. Il regno di Rastislav si concluse, l’arrivo al trono di suo nipote coincise con l’inizio della persecuzione dei discepoli dei due fratelli. Metodio fu addirittura arrestato e trascorse in prigione in Baviera due anni. Nel 1885 anche Metodio passò a miglior vita mentre i suoi discepoli furono arrestati o schiavizzati. Nel tempo, il grande lavoro di questi due uomini di Chiesa è stato valorizzato da personaggi di grande spessore del mondo cristiano. Ancora oggi, i santi Cirillo e Metodio sono venerati in diversi paesi dell’Est Europa e sono considerati i patroni di tutti i popoli slavi. Inoltre, in virtù del lavoro svolto dai due fratelli che riuscirono ad aprire un varco tra la Chiesa occidentale e quella orientale, Papa Giovanni Paolo II li ha proclamati nel 1980 compatroni dell’Europa.