Un’intercettazione raccolta in carcere durante un colloquio tra Massimo Bossetti e la moglie, Marita Comi, potrebbe peggiorare la situazione del muratore di Mapello accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. “Dimmi cosa ci facevi davanti alla palestra di Yara il giorno in cui è scomparsa”, avrebbe chiesto la donna al marito. Ma la risposta è stata vaga: “Non lo so, temo di non riuscire a spiegarlo”. I dubbi della moglie vengono a galla, almeno secondo queste intercettazioni riportate dal settimanale Giallo. “Sono davvero molto preoccupato e non ho alcun alibi che possa giustificare la mia presenza nei pressi della palestra nelle ore precedenti alla sua scomparsa”, avrebbe detto Bossetti. Intanto il suo avvocato, Claudio Salvagni, è tornato a parlare ai microfoni di Matrix: “Bossetti ha sempre detto che non confesserà mai questo delitto perché non l’ha commesso e andrà avanti fino in fondo, finché ne avrà le forze, per dimostrare la sua innocenza, perché vuole che i suoifigli portino il suo cognome con orgoglio”.
A quattro anni dal ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha chiuso l’inchiesta sul suo omicidio. A Massimo Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver ucciso la tredicenne, vengono contestati due reati: omicidio volontario aggravato e la calunnia. In particolare, riporta oggi l’Ansa, le aggravanti sono di aver “adoperato sevizie e aver agito con crudeltà” e di aver “approfittato di circostanze di tempo (in ore serali/notturne), di luogo (in un campo isolato) e di persona (un uomo adulto contro un’adolescente di 13 anni) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa”. Sono aggravanti per le quali è previsto l’ergastolo. A Bossetti è stato contestato anche il reato della calunnia nei confronti di Massimo Maggioni, che al tempo lavorava con lui in cantiere: durante un interrogatorio, il carpentiere di Mapello avrebbe tentato di accusare il collega dell’omicidio.