Il 28 febbraio è il giorno dedicato alla commemorazione di Sant’Augusto Chapdelaine, anche se negli anni bisestili tale celebrazione viene posticipata al 29 febbraio. Augusto è nato nella cittadina francese di La Rochelle il 6 gennaio del 1814. Cresce in una famiglia formata da contadini e fin da giovanissimo si indirizza verso la vita cristiana, nonostante si occupi insieme ai suoi fratelli della salvaguardia dei poderi di famiglia. Ed è proprio la morte di due di tali familiari che gli fa cambiare vita. Inizia a frequentare il Seminario della Diocesi, prima di essere ammesso all’ordine dei sacerdoti prima del compimento del trentesimo anno di età. Inizialmente, è il vicario della parrocchia di Boucey, un villaggio a due passi dal suo luogo natio, e in seguito ne diventa il reggente. Successivamente, Sant’Augusto si rende conto di avere in sè l’indole di missionario e decide di andare in giro per il mondo per diffondere il credo cristiano. Nel 1851, il sacerdote si occupa del noviziato di Parigi, gestendo l’Istituto che si occupa delle missioni estere. Nel corso dell’anno successivo, Augusto raggiunge Anversa, in Belgio, con lo scopo di farsi imbarcare dall’altra parte del mondo. Il futuro santo si trasferisce quindi nella lontana Cina, con lo scopo di raggiungere la regione del Kuang-Si. Il programma di Augusto Chapdelaine cambia, dato che sceglie di stabilirsi per un certo arco di tempo nel territorio di Ta-Chan, con l’obiettivo di imparare la lingua cinese e di creare un’elevata alchimia con una nazione così diversa. Il Kuang-Si era stato per anni senza alcun missionario e appariva inizialmente come una realtà poco sicura. Nel 1855, la regione viene raggiunta e Augusto può intraprendere il suo intenso apostolato, coprendo ogni singola zona. La gente inizia a convertirsi e il duro lavoro del parroco dà subito i suoi frutti. Ma la corruzione è in agguato e assume le sembianze di Pé-San, che accusa Augusto di aver fatto convertire la sua amante. L’uomo, fervente oppositore della fede cristiana, accusa il sacerdote di generare il caos e di aizzare il popolo. Un mandarino manda le sue guardie per far arrestare Augusto, che però viene avvertito poco prima e riesce a scappare. Ma il parroco non è assolutamente salvo, dato che il suo rifugio viene immediatamente scoperto e messo sotto assedio per mezzo delle guardie, che iniziano a perquisire l’edificio. Sant’Augusto viene imprigionato, malmenato, incatenato con le ginocchia rinchiuse in catene e definitivamente condannato a morte. Viene così ucciso il 29 febbraio del 1856 e considerato un martire. Dopo secoli e secoli, agli inizi del Novecento, Sant’Augusto Chapdelaine viene beatificato grazie all’intercessione di papa Leone XIII. Dopo altri cento anni, è Giovanni Paolo II a canonizzarlo e farlo sant



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