Ieri i legali di Elena Ceste hanno ricevuto l’autorizzazione a poter fare tumulare il corpo, che era rimasto a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli accertamenti. Adesso si terranno i funerali, previsti sabato mattina, nella chiesa parrocchiale di San Secondo a Govone, nel Cuneese. Intanto, il marito, Michele Buoninconti, dal carcere ha rotto il silenzio e ha risposto a tutte le domande del gip Giacomo Manson. Un interrogatorio durato due ore. «È deciso a difendersi e ad andare fino in fondo», hanno detto i legali dell’uomo, Chiara Girola e Alberto Masoero, che ne hanno chiesto la scarcerazione. Adesso il gip ha cinque giorni di tempo per decidere sulla scarcerazione, ma i legali fanno sapere che in caso di parere contrario, saranno pronti a rivolgersi al tribunale del Riesame. Si tratta di due legali d’ufficio, in quanto il vigile del fuoco ha rifiutato il patrocinio gratuito di un noto penalista piemontese. Il delitto di Elena Ceste è avvenuto nella loro casa di Costigliole d’Asti, in frazione Motta, “presumibilmente per asfissia”, mentre la donna si stava lavando. È il 24 gennaio 2014. Quindi la corsa di Buoninconti per liberarsi del cadavere, gettato nudo nel rio Mersa, in mezzo al fango, a pochi chilometri dall’abitazione, ritrovato nove mesi dopo. (Serena Marotta) 



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