Massimo Bossetti, accusato del delitto di Yara Gambirasio, ha scritto una lettera dal carcere di Bergamo indirizzata alla redazione di Matrix, programma di Canale 5. “Io dal carcere vi vedo in televisione, ma non posso difendermi. La mia famiglia è stata colpita, eppure non sono ancora stato rinviato a giudizio”, scrive. Bossetti è in carcere dallo scorso giugno: “Sono qui dentro da 8 mesi. Chiedo il diritto ad avere un processo equo e di poter stare ai domiciliari come qualsiasi cittadino di cui ancora non è stata provata la colpevolezza. L’incubo che sto vivendo potrebbe viverlo chiunque”. La richiesta di scarcerazione per il muratore sarà presentata venerdì: “Sono da otto mesi qui dentro senza nemmeno ancora poter conoscere tutti i documenti raccolti contro di me – scrive il muratore -. Subisco la forza dell’accusa che mi vuole a tutti i costi colpevole. Siccome il mio processo lo sto vedendo in televisione e non in tribunale, vi chiedo di dare il risalto a questa mio richiesta di scarcerazione (che sarà depositata venerdì) e difendere il mio diritto ad avere un processo equo e poter stare a casa ai domiciliari come qualsiasi altro cittadino di cui non e’ stata provata ancora la colpevolezza”. E conclude: “Sostenete questo mio diritto perché l’incubo che sto vivendo potrebbe viverlo chiunque di voi, grazie”. 



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