Nuovi dettagli sul caso Yara Gambirasio emergono dagli atti dell’inchiesta chiusa nei giorni scorsi dalla procura di Bergamo. La sorella di Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello arrestato il 16 giugno scorso con l’accusa di aver ucciso la tredicenne, non sarebbe mai stata aggredita: in quattro occasioni la donna ha denunciato episodi violenti nei suoi confronti, l’ultimo dei quali alla fine di gennaio durante il quale aveva fatto sapere di essere stata presa a calci e pugni da due uomini incappucciati che l’avevano trascinata nel seminterrato del condominio dove vivono i genitori a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, procurandole anche la frattura di alcune costole. Secondo gli inquirenti, invece, tutto ciò non sarebbe mai accaduto: le telecamere di sorveglianza presenti nei luoghi delle presunte aggressioni non hanno mai ripreso niente di sospetto e anche i medici dell’ospedale dove si è recata avrebbero detto che la donna non aveva “alcun graffio”.



Il furgone di Massimo Bossetti passa dietro la palestra di Brembate Sopra appena pochi minuti prima della scomparsa di Yara Gambirasio. I carabinieri del Ris di Parma hanno diffuso un nuovo video ripreso dalle telecamere di sorveglianza di una ditta che si trova in via Caduti, appena dietro l’edificio del piccolo comune in provincia di Bergamo dove la tredicenne si allenava: sono le 18.45 del 26 novembre 2010, il giorno della scomparsa di Yara. Nello stesso video si vedono anche i carabinieri al lavoro mentre effettuano rilievi ed esami sul veicolo, un Iveco Daily bianco, del carpentiere di Mapello in carcere dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver commesso il delitto. Emergono intanto nuovi dettagli dagli atti dell’inchiesta che la Procura di Bergamo ha da poco chiuso: qualche ora dopo l’arresto del figlio, Ester Arzuffi, la madre di Bossetti, è stata intercettata nella sala d’attesa dei carabinieri di Bergamo: “Quando parlavamo di Yara diceva (…) quello lì (…) non lo prenderanno mai”, disse la donna mentre si trovava in compagnia dell’altro figlio, Fabio, e delle due nuore, tra cui Marita Comi.



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