Il 10 marzo si celebra Sant’Emiliano di Lagny. L’Irlanda è stata una regione in cui l’evangelizzazione arrivò, per ovvi motivi geografici, più tardi che in altre parti dell’Impero Romano, quando il Cristianesimo non era che ai suoi primi secoli di vita. Ma forse proprio per recuperare il tempo perduto, questa terra ha visto fiorire una pletora di santi che sono stati fondamentali per la diffusione della religione Cattolica nel Nord Europa. Basti pensare al santo patrono dell’isola, San Patrizio, a cui tante leggende sono legate, ma la cui fede salda in Cristo è l’elemento più certo della sua biografia. Uno dei santi intorno ai quali si possiedono maggiori informazioni, poiché di lui scrisse San Beda il Venerabile nella sua Storia Ecclesiastica, è San Fursa, la cui festività ricorre il 16 gennaio. San Fursa, il cui nome spesso si trova indicato anche come Furseo, visse intorno alla seconda metà del settimo secolo dopo Cristo, e fu dapprima un predicatore itinerante. Dalla costa occidentale dell’Irlanda, di cui era nativo, si spostò verso l’Inghilterra e infine in Francia, dove entrò nelle grazie di re Clodoveo II che gli concesse la possibilità di fondare ed erigere un monastero nella località di Lagny-sur-Marne. Alla figura di questo santo abate, che operò molto e bene per la maggior gloria di Dio, si lega anche la memoria di un altro Santo, il cui ricordo liturgico, secondo il Calendario Cattolico, si celebra nel giorno 10 marzo, che corrisponde a quello della sua morte. Si tratta di Sant’Emiliano di Lagny: l’indicazione toponomastica viene apposta per distinguerlo da altri Santi che portano il suo stesso nome. Spesso si trova anche indicato come Emmiano. Sant’Emiliano era a sua volta irlandese, un’altra di quelle anime sante che dalle terre che erano state la culla del paganesimo celtico di adoperarono per diffondere il verbo del vero Dio. Proprio seguendo San Furseo, Sant’Emiliano abbandonò la sua terra natale per recarsi nella Gallie, l’odierna Francia, e fu al fianco dell’abate per la costruzione del monastero di Lagny-sur-Marne. Sant’Emiliano non era che uno dei tanti compagni che avevano voluto aiutare, senza alcun desiderio di primeggiare o di distinguersi, il loro confratello Furseo nell’erigere un’opera che andasse a glorificare il nome di Dio in terra francese. Ma Dio volle diversamente: accadde infatti che San Furseo si trovasse ad allontanarsi per un breve periodo, e nominò in sua sostituzione Sant’Emiliano quale abate del monastero. Ma San Furseo non tornò mai, perché durante il viaggiò Iddio lo richiamò al suo cospetto. Fu così che Sant’Emiliano divenne in pianta stabile il primo abate del monastero di Lagny-sur-Marne, morendo però di lì a poco, secondo alcune fonti nel 660 d.C. Come spesso accade, la sua ricorrenza cade dunque nel giorno della sua morte, che è quella in realtà della vera nascita per ogni cristiano, quando si torna alla casa del Padre.



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