Il caso di Roberta Ragusa, la donna scomparsa dalla sua abitazione di Gello San Giuliano Terme (Pisa) nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012, continua ad appassionare l’opinione pubblica e sarà al centro della nuova puntata di Chi l’ha visto? in onda questa sera su Rai Tre. Si tornerà ovviamente a parlare del proscioglimento del marito, Antonio Logli, dall’accusa di averla uccisa volontariamente e averne occultato il cadavere. E’ stato il giudice per le Udienze Preliminari Giuseppe Laghezza a stabilire il non luogo a procedere, mentre il procuratore capo di Pisa, Antonio Giaconi, ha assicurato che le indagini proseguiranno.

Nelle ultime ore è peraltro emersa l’esistenza di un fascicolo elaborato dal Tribunale dei minorenni di Firenze avente come base una relazione dei carabinieri di Pisa e dello speciale nucleo dei Ros di Roma che si occupa di crimini violenti. L’esistenza di questo fascicolo è stata appurata dall’Ansa presso gli ambienti giudiziari del capoluogo toscano e il motivo di tutto sarebbe stato un litigio tra la figlia undicenne e Sara Calzolaio, la donna che è stata per un certo periodo amante di Antonio Logli. Proprio la tensione in famiglia derivante dalla scomparsa della donna ha spinto gli inquirenti ad inviare ai magistrati fiorentini gli atti relativi ai figli della coppia, in cui si delineava un quadro di latente tensione all’interno del nucleo familiare. In seguito alla trasmissione degli atti, è stato appunto aperto un fascicolo, senza però l’adozione di ulteriori provvedimenti.

L’episodio che è oggetto della relazione è avvenuto il 27 aprile 2013, quando Sara Calzolaio, dopo aver discusso con la piccola ha prima perso la testa e si è poi lamentata con Antonio Logli. Un litigio che, in base ad altre conversazioni appurate dagli investigatori, rappresenterebbe soltanto la classica punta dell’iceberg di un rapporto molto conflittuale instauratosi tra la bambina e l’amante del padre. Il motivo principale di questa conflittualità sarebbe proprio il disagio della bambina per una presenza non solo invasiva, ma anche autoritaria e come tale rifiutata dalla piccola.

Nel corso dei tre anni trascorsi dalla scomparsa di Roberta Ragusa, il marito ha optato per il più totale silenzio, sino a rifiutare di farsi interrogare nel corso delle indagini preliminari. Come ha fatto del resto in occasione del suo proscioglimento, quando ha lasciato il tribunale di Pisa in compagnia dei suoi avvocati difensori, passando dall’ingresso principale. Dopo aver affrontato senza rilasciare alcun commento sulla decisione della procura le telecamere e i giornalisti che erano convenuti, ha quindi raggiunto il mezzo con cui si era recato nel palazzo di giustizia, parcheggiata sul retro della struttura giudiziaria. Una camminata durata alcuni minuti e nel corso della quale Antonio Logli non ha mai abbassato la testa, pur senza rispondere alle sollecitazioni dei suoi interlocutori. Anche uno dei suoi avvocato difensori, Roberto Cavani, ha scelto la strada del silenzio, limitandosi ad un laconico no comment.

La decisione del gup ha naturalmente scatenato molte polemiche, tanto da spingere una cinquantina di persone a realizzare un flash mob contro la violenza sulle donne che ha avuto come teatro il centro di Vecchiano, altro piccolo paese dell’entroterra pisano, nel corso del quale è stata anche chiesta giustizia per la donna di Gello di San Giuliano Terme. La manifestazione è stata aperta da un striscione recante la scritta “Giù le mani”, in chiaro segno di protesta contro la violenza su tutte le donne, un fenomeno ormai endemico della nostra società. Gli stessi partecipanti hanno dal canto loro ricordato di non sfilare per giudicare, accusare oppure emettere sentenze, ma per ricordare che la scomparsa di Roberta Ragusa è ancora avvolta dal mistero e che della donna ancora non c’è traccia.