Papa Francesco è stato intervistato da un canale televisivo messicano, Televisa, in occasione dei due anni di pontificato. Nel corso dell’intervista il papa ha toccato molti argomenti, tra cui uno che riguarda direttamente il Messico è cioè l’immigrazione, un male che, ha detto, riguarda tutto il mondo. Anche lui figlio di migranti, sente la necessità di dare loro voce. Bisogna imparare a non girarsi dall’altra parte di fronte ai male del mondo ha detto: “L’impegno dei cattolici nei confronti degli ultimi richiede un esercizio di prossimità. E’ il terreno sul quale la Chiesa viene sfidata dalle sette e dai movimenti evangelici, soprattutto in America Latina”. Ha poi sottolineato l’importanza del lavoro di rinnovamento della Curia romana e della Chiesa in generale per via dell’eccessivo clericalismo che le caratterizza. Curia romana che ha definito “l’ultima Corte d’Europa”. Parlando di se stesso, ha detto come gli manca “non potersene andare in una pizzeria” ma anche del fatto che sente di avere poco tempo a disposizione: il suo, ha detto, teme che sarà un pontificato breve. A proposito della possibilità di ritirarsi dal suo ruolo di papa, dice che non è una cosa che gli piace, perché il papato è una grazia speciale, ma apprezza la strada aperta da Benedetto: “Una scelta coraggiosa come coraggiosa fu la decisione di avere reso pubblica la gravità degli abusi commessi da alcuni membri della Chiesa contro i bambini e la necessità di prendersi cura delle vittime”. Infine a proposito del prossimo sinodo dei vescovi dice che è eccessiva e smisurata l’attenzione della gente e dei media su temi come la comunione ai divorziati o il matrimonio gay: “la famiglia attraversa una crisi mai vista prima e bisogna ripartire da una pastorale che si rivolga innanzitutto ai giovani e agli sposi novelli”.



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