L’Irlanda: una terra antica, magica, affascinante, diventata negli ultimi anni oggetto di sogno e desiderio per tutti coloro che, visitandola o semplicemente sentendone parlare, ascoltando la sua musica, leggendo i suoi miti e le sue tragiche vicende storiche, vi hanno riconosciuto una patria dell’anima, legando in vario modo ad essa il proprio affetto. Anche la letteratura e la cinematografia contribuiscono ad alimentare l’interesse e la passione per questo paese, ormai conosciuto non solo per il celebrato James Joyce, ma anche per un numero davvero considerevole di scrittori, fino all’ultimo premio Nobel Seamus Heaney. 



Il cinema poi ha attinto a piene mane alla storia, ai miti, ai drammi di Irlanda, da Michael Collins al Bloody Sunday, dalla rivolta per l’indipendenza senza trascurare – anzi, indulgendovi a volte spietatamente- i problemi della contemporaneità, della nuova Irlanda che sembra avviarsi all’omologazione nei gusti e nei comportamenti col resto del mondo occidentale. 



Da tempo va crescendo l’interesse per questo lontano paese, per questa terra del mito che accende nel cuore sogni e visioni. Non c’è ormai città che non abbia il suo pub irlandese, ove bere birra scura e magari ascoltare la musica tradizionale celtica che annovera sempre più estimatori. E quando arriva il 17 marzo, il giorno di San Patrizio, la festa esplode di verde allegria.

E’ il trionfo dell’”Irlandesità”, che non è principalmente una questione di nascita o di sangue o di lingua, ma è la condizione di chi è coinvolto nella realtà irlandese.

E anche se molti sono i motivi che possono condurre a questo coinvolgimento con l’Irlanda e a celebrarla il 17 marzo, ciò che si festeggia in questo giorno è san Patrizio. In una società sempre più irreligiosa c’è un santo vissuto sedici secoli fa che da ad una nazione, e a tutti i suoi amici, un’identità profonda. Non è solo folklore quello shamrock, il verde trifoglio simbolo irlandese per eccellenza: è il segno potente della Trinità, di una fede – quella degli irlandesi- che è stata testimonianza e modello per tutto il mondo cristiano, dall’antichità ad oggi. Una fede vissuta in modo vibrante, appassionato, una fede che generava monaci, mistici, santi, o anche solo famiglie in grado di superare prove terribili come la persecuzione, la miseria, l’emigrazione. 



L’evangelizzazione, portata da colui che doveva diventare il Patrono del paese, San Patrizio, trasformò l’Irlanda in uno dei più vitali centri di Fede e spirituali dell’intero universo cristiano. La conversione degli irlandesi ebbe del miracoloso per il modo in cui avvenne, rapidissimo, radicale, incruento, testimonianza di un’autentica sete di significato trascendente dell’esistenza che aveva trovato piena soddisfazione nel Cristianesimo. 

Gli antichi celti che si dilettavano di esporre le teste dei nemici uccisi, uomini intensi ed eccessivi, furono persuasi dal Cristo portato da Patrizio, e poi confermato dai suoi successori. L’Isola che gli stessi romani padroni del mondo intero avevano visto con diffidenza e timore divenne l’isola dei santi, dei monaci, dei mistici; un paese rapidamente evangelizzato che divenne immediatamente evangelizzatore, mandando per tutto il Medioevo i suoi missionari per tutta l’Europa, dall’Islanda alle più remote sponde del Mediterraneo.

Non si può, dunque, accostarsi all’Irlanda senza quantomeno conoscere quanto il Cristianesimo abbia riempito di significato la storia di quest’isola e del suo popolo, disegnando un cammino segnato dall’evento cristiano.

Religiosità e amore per la propria terra sono due caratteristiche peculiari della civiltà irlandese, presenti significativamente come in poche altre realtà. Il legame tra fede cattolica e irishness è evidente ed ineludibile, a meno di manipolazioni ideologiche grossolane, di tipo neo-illuminista – in nome di un laicismo radicalmente anti-religioso.

L’Irlanda affascina e chiama a sé, con una dimensione antica, quella della “civiltà della Voce”, in cui si comunicava direttamente, guardando negli occhi gli interlocutori. Patrizio sbarcò in Irlanda perché chiamato da questa soprannaturale voce che gli chiedeva di venire nella verde Isola del Destino. 

Una chiamata, quella dell’Irlanda, che ogni 17 marzo si avverte con forza e commozione.