Il 18 marzo la Chiesa cattolica celebra la memoria di San Cirillo di Gerusalemme. Della sua vita si hanno pochissime notizie: di sicuro è nato in Palestina, nei pressi di Gerusalemme, ma l’anno di nascita è incerto (tra il 313 e il 315). La sua ordinazione sacerdotale fu celebrata dal vescovo della sua città nel 335 e la sua innata inclinazione al dialogo lo rese subito popolare e molto considerato nella comunità di Gerusalemme, dove svolgeva la sua opera pastorale. Il periodo in cui visse Cirillo era un momento storico molto difficile, la città di Gerusalemme, e la chiesa in generale, era stata bersaglio di offese e violenze. Quando nel 323 la madre dell’imperatore Costantino, Elena Flavia Giulia Augusta, giunse a Gerusalemme, iniziò un periodo di maggiore interesse alla chiesa da parte dei potenti che portò alla costruzione della basilica del Santo Sepolcro. Nel 347 Cirillo divenne vescovo ma i suoi rapporti con il patriarca di Cesarea furono sempre molto tesi, sia per i suoi diversi principi teologici sia per il suo differente modo di approcciarsi ai piccoli problemi amministrativi. Questi contrasti sempre più accesi spinsero il patriarca “Acacio”ad accusare Cirillo di trarre profitto dai beni materiali della chiesa. Cirillo fu esiliato e quindi condannato a lasciare la sua diocesi. Quando Acacio fu destituito dal suo incarico, Cirillo ritornò dall’esilio ma, durante l’impero di Costanzo II che era un convinto sostenitore dell’Arianesimo, visse nuovamente la sua condizione di vescovo esiliato.
Con la salita al trono dell’imperatore Flavio Claudio Giuliano, gli esiliati appartenenti a tutte le dottrine cristiane furono reintegrati nelle loro funzioni. L’anno decisivo per la Chiesa fu l’anno 381 durante il quale, grazie al Concilio di Costantinopoli voluto dall’imperatore romanoTeodosio I. Il concilio, a cui Cirillo partecipò con grande gioia, disapprovò in via definitiva l’Arianesimo e ogni altro movimento teologico e adottò unicamente il credo niceno, secondo il quale viene riconosciuta l’unicità di Dio, Gesù e la santissima Trinità. Finalmente Cirillo aveva ben chiara la reale essenza di Cristo e questa consapevolezza gli permise di vivere in pace gli anni che ancora gli restavano da vivere. L’episcopato di San Cirillo durò circa 35 anni e morì nel marzo del 387 nella città di Gerusalemme.