Nel commentare le letture della liturgia di oggi presso Casa Santa Marta, Daniele 9, 4-10 e Luca 6, 36-38, Francesco ha sottolineato il contenuto di misericordia che le caratterizza, misericordia da chiedere a Dio accusando il proprio peccato. Il papa infatti ha detto che chi vuole essere cristiano deve compiere un primo passo e cioè essere capace di accusare se stesso. “Tutti noi  siamo maestri, siamo dottori nel giustificare noi stessi: ‘Ma, io non sono stato, no, non è colpa mia, ma sì, ma non era tanto, eh… Le cose non sono così…’. Tutti abbiamo un alibi spiegativo [sic] delle nostre mancanze, dei nostri peccati, e tante volte siamo capaci di fare quella faccia da ‘Ma, io non so’, faccia da ‘Ma io non l’ho fatto, forse sarà un altro’: fare l’innocente. E così non si va avanti nella vita cristiana” ha detto. Ha poi aggiunto che è invece più facile accusare gli altri, ma se invece impariamo a guardare noi stessi scopriamo tante cose che ci faranno stare male. Ad esempio “quando io trovo nel mio cuore un’invidia e so che questa invidia è capace di sparlare dell’altro e ucciderlo moralmente, questa è la saggezza di accusare se stessi. Se noi non impariamo questo primo passo della vita, mai, mai faremo passi sulla strada della vita cristiana, della vita spirituale”. Francesco ha quindi citato la lettura del profeta Daniele: “A te, Signore, nostro Dio, la misericordia e il perdono. La vergogna a me e a te la misericordia e il perdono’. Questo dialogo con il Signore ci farà bene di farlo in questa Quaresima: l’accusa di se stessi. Chiediamo misericordia. Nel Vangelo Gesù è chiaro: ‘Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso’. Quando uno impara ad accusare se stesso è misericordioso con gli altri: ‘Ma, chi sono io per giudicarlo, se io sono capace di fare cose peggiori?'”. Il papa ha messo particolare attenzione per spiegare la frase spesso strumentalizzata dai media in passato “chi sono io per giudicare gli altri?”: “Chi sono io per giudicare l’altro? obbedisce all’esortazione di Gesù: Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Invece,  come ci piace giudicare gli altri, sparlare di loro!.



Ha così concluso: “Che il Signore in questa Quaresima ci dia la grazia di imparare ad accusarci, consapevoli che siamo  capaci delle cose più malvagie”e dicendo: Abbi pietà di me, Signore, aiutami a vergognarmi e dammi misericordia, così io potrò essere misericordioso con gli altri”.

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