Che fai venerdì sera? Una festa. Se poi è venerdì tredici, che porta un po’ sfiga, esorcizzala con un venerdì credici, e metti in croce la croce, eretta ancora una volta a simbolo di oppressione. E’ quanto accade a Bologna, nello storico locale Arcigay “Il Cassero”, sovvenzionato coi soldi pubblici dal comune stesso,  così attento alle minoranze, così pronto a sostenere i diritti delle coppie gay già riconosciuti in Europa, parole del sindaco, Virginio Merola. Ovvero: ragazzi, vi lasciamo fare quel che volete, siamo con voi, vi paghiamo anche, ma così ci rovinate il lavoro. E date spazio alle strumentalizzazioni…Sapete che sopravvive gente anche nella rossa Bologna che si offende, si scandalizza, si indigna, poi mettete a rischio il locale, il vostro movimento, il vostro lavoro meritorio… 



Perché sì, il casino è montato, di fanatici cattolici che non amano vedere Gesù e gli apostoli sodomizzarsi a vicenda, né sportelli per lo sbattezzo e altre amenità, ce ne sono ancora. 

C’è perfino un cardinale che ha il coraggio di alzare la voce, chiaro esempio di intromissione clericale, indicando nella festicciola blasfema una strana coincidenza con le profanazioni accompagnate dal massacro di cristiani dell’Isis. Lesbiche, omosessuali e trans vari del Cassero non ne sono turbati, parlano anzi di polemiche pretestuose, perché c’è un motivo per cui certi gesti rappresentano una liberazione, perché i cattolici inseriscono il tema religioso a ostacolo del riconoscimento delle coppie gay. 



In effetti. I cattolici credono che Dio abbia creato l’uomo e la donna a Sua immagine, perché si uniscano e abbiamo dei figli. Credono che la natura dei corpi femminili e maschili sia fatta apposta per questo tipo di unione, credono addirittura che il sesso sia una componente dell’amore coniugale, ma non l’unica. Credono che ci siano leggi sufficienti per garantire i diritti delle persone, uomini, donne, bambini, stranieri, islamici e buddisti, gay ed eterosessuali, persone. Le leggi possono cambiare, essere migliorate. Ma i matrimoni sono un’altra cosa, come dice la parola. Siamo ancora in un paese libero, ciascuno ha diritto di dire e agire in nome di quel che crede, in nome di quel che la ragione e la natura mostrano. O forse no. I cattolici pensano che la loro vita abbia un senso in nome di un Dio che l’ha voluta, e poi incontrata, salvata per mezzo di suo Figlio, e che la Chiesa custodisca questa redenzione e resurrezione. 



I cattolici pensano che offendere Gesù Cristo sia così doloroso da perderci la vita e sanno che tanti loro fratelli la perdono. I cattolici non si permettono di offendere le religioni altrui. Chi lo fa non lo fa in nome di Dio. I cattolici non organizzano feste del martedì contro i pervertiti, e non sputano addosso a Lgbt e compagnia quando li incontrano per strada. 

E sarebbe ancora un cosa tra uomini, senza mettere di mezzo Dio. Solo che Dio è in mezzo sempre, a tutto, e per sempre. Dio non si relega nel proprio cuore, o in parrocchia. Dio scandalizza e sconvolge, esige molto, per dare in cambio il centuplo e la felicità eterna. 

Questo i responsabili del Cassero non lo capiscono. Accecati dall’ideologia, convinti che libertà sia fare quel che si vuole, anche insultare il prossimo e la sua fede. Scandalizzati dallo scandalo, ché i peggiori moralisti sono proprio quelli che si scandalizzano solo per ciò che li riguarda. Non siamo tutti Charlie Hebdo, in effetti. La libertà di espressione non è libertà di insulto o disprezzo o bestemmia. E’ tanto facile. Solo ideologie totalitarie possono credere il contrario, da qualsiasi parte arrivino e in qualsiasi modo si esprimano. Le teste delle statue di santi e madonne venivano abbattute e buttate nella Senna dagli Illuminati che presero la Bastiglia. Oggi rotolano sui sagrati di Siria. Ma noi siamo lontani, pensiamo sotto sotto che siano cose loro, come riteniamo beghe tra fanatici, al più, le proteste alle bravate offensive del Cassero (‘sti gay… ‘sti cattolici!). 

Il sindaco si preoccupa che tante buone opere di quel centro di propagazione della cultura libera vengano offuscate. I grillini, i notabili del Pd locali temono solo il destro a fanatismi irresponsabili, per non dire delle ripercussioni possibili sulla legge sulle unioni civili in dirittura di arrivo, di qualche reprimenda dai vescovi con cui si è instaurato un rapporto così buono. Qualcuno si accorgerà prima o poi che le minoranze sono proprio i cattolici? Minoranze nella stessa cattolicità, minoranze nella società sempre più ostile?

Ha ragione il cardinal Caffarra: l’Isis ha la strada spianata. Dalla nostra indifferenza e miopia, dalla nostra umanità sedata. Ma stiano attenti gli adepti della setta Lgbt: non si salveranno, neanche loro. Quando toccano i cristiani, toccano i diritti e la libertà di tutti. Lasciate stare la caccia alle streghe e la solita lettura delle crociate, per favore. Pensate alle parole di un prete argentino, che vi abbraccia e non giudica, pensate a suore e preti e infermieri e dottori con la croce al collo a servizio di tanti ammalati di Aids. Loro sono la vostra libertà.