Una cellula dell’Isis operante in Italia, pronta a reclutare estremisti islamici da spedire in Siria e nei territori di guerra che vedono impegnato il Califfato di Abu Bakri Al Baghdadi, è stata scoperta e smantellata dalla Polizia Antiterrorismo. L’operazione, condotta dalla Procura della Repubblica di Brescia, ha consentito di emettere tre ordinanze di custodia cautelare ai danni di soggetti impegnati nell’attività di reclutamento di nuove milizie e di propaganda jihadista. Le tre persone fermate dalle forze dell’ordine avrebbero svolto le loro attività a cavallo fra il Nord Italia e i Balcani: ne è la conferma la provenienza di due dei sospetti, zio e nipote, nati in Albania, e residenti uno nella terra d’origine, l’altro a Torino. I due si sarebbero resi protagonisti del reato di reclutamento con finalità di terrorismo, e ne sarebbe testimonianza il tentato assoldamento di un giovane italo-tunisino residente a Como, all’epoca del tentato adescamento ancora minorenne, in un primo momento restio a fare suo l’ideale jihadista, ma a poco a poco convinto da zio e nipote ad abbracciare la linea del Califfato. Il ragazzo di Como, secondo quanto stabilito dalle nuove direttive derivanti dal decreto anti-terrorismo, è stato sottoposto al regime di sorveglianza speciale, subendo la sospensione dei documenti utili per l’espatrio. La terza persona fermata dalla Polizia Antiterrorismo è invece un 20enne italiano di origine marocchina, anch’egli residente a Torino, fautore di una campagna propagandistica a favore dell’Isis, tradottasi nella realizzazione di un documento di 64 pagine, in cui venivano elencati i principi e i risultati raggiunti dal Califfato nei territori “amministrati”. L’inchiesta è il frutto del precedente lavoro della Digos, abile nel rintracciare Anas El Abboubi, uno dei 65 foreign fighters italiani partito dal nostro Paese nel 2013 ma in contatto continuo con i 3 soggetti arrestati nel blitz.



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