L’avvocato Carlo Dalla Vedova, difensore di Amanda Knox insieme al collega Luciano Ghirga, ha chiesto oggi alla Cassazione di sospendere il processo sull’omicidio di Meredith Kercher per rinviare alla Consulta la questione di incostituzionalità degli articoli 627 e 628 del codice penale: questi, ha spiegato in aula il legale, “consentono all’infinito la ripetizione dei processi quando, come nel caso di omicidio, non c’è prescrizione e si assiste ad un balletto di verdetti di assoluzione e di colpevolezza”. L’avvocato ha anche chiesto di annullare le condanne per la ragazza americana e per Raffaele Sollecito.



In attesa della sentenza che dovrebbe arrivare venerdì, il procuratore generale della Cassazione ha chiesto di confermare le condanne per Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher. Il pg Mario Pinelli ha chiesto solamente di ridurre la pena di tre mesi a entrambi gli imputati per la prescrizione di un reato minore: le condanne chieste sono quindi di 28 anni e tre mesi di carcere per la ragazza americana e 24 anni e 9 mesi per Sollecito. Nella casa di Perugia dove avvenne il delitto “non vi fu alcuna colluttazione, a meno che non si voglia definire colluttazione la difesa di una vittima su cui inferiscono tre persone”, ha detto Pinelli, spiegando che nell’appartamento “c’è stata la simulazione di un furto e l’abitazione è stata messa a soqquadro per depistare le indagini”. Inoltre i cellulari della studentessa inglese “sono stati asportati perché squillando in casa, senza riposta, avrebbero potuto far scoprire prima il cadavere”.



Slitta a venerdì la sentenza della Cassazione sul caso di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nella sua stanza a Perugia la notte del primo novembre 2007. Bisognerà quindi attendere per conoscere il destino di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, rispettivamente condannati dai giudici della corte d’Assise d’Appello di Firenze a 25 anni e 28 anni e sei mesi di reclusione. I giudici della V sezione penale, presieduti da Gennaro Marasca, dovranno decidere se confermare o meno questo verdetto. Questa mattina Sollecito si è presentato in aula al Palazzaccio per seguire l’udienza, mentre Amanda Knox è rimasta negli Stati Uniti, probabilmente a Seattle.



Folla di reporter e curiosi sono presenti all’arrivo di Raffaele Sollecito in Cassazione, dove in serata è attesa la decisione sull’appello della sua difesa e di Amanda Knox, che hanno chiesto l’annullamento delle condanne a 25 e 28 anni e sei mesi di reclusione emesse dalla Corte d’Appello di Firenze per il delitto della studentessa Meredith Kercher. E’ intanto in corso nell’aula della V sezione penale della Corte di Cassazione il processo, che si è aperto con la relazione del giudice a latere. I due ex fidanzati hanno scontato una pena di quattro anni in carcere. Secondo i giudici, Amanda Knox e Raffaele Sollecito e Ruby Guede sono da ritenersi “ugualmente responsabili” per l’omicidio della studentessa, in quanto operarono insieme per immobilizzarla e usarle violenza. Loro si sono invece sempre proclamati innocenti. “Va ricordato che Sollecito ha sempre dichiarato di essere estraneo ai reati contestati e di non essersi trovato sul luogo del delitto al momento dei fatti – si legge nel ricorso, come riportato da La Repubblica – ed infatti, la sera dell’omicidio non si era mai allontanato dalla propria abitazione. In merito al dettaglio degli accadimenti, sin dal primo interrogatorio aveva sempre sottolineato che avendo fatto uso di cannabis i suoi ricordi non potevano essere nitidi. Proprio per questo, non si sarebbe potuto escludere da parte del Giudice di rinvio che la Knox si allontanò dalla casa del Sollecito a sua insaputa per tornare, per qualche ragione in via della Pergola”.

È attesa in serata la sentenza della Cassazione per il processo a Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher. La decisione riguarda i ricorsi contro le condanne a 25 e 28 anni date dalla Corte d’Assise d’appello di Firenze per il delitto commesso il primo novembre 2007 a Perugia. Mentre Sollecito sarà in aula, la Knox aspetterà l’esito della sentenza a Seattle, dove risiede. Se la decisione dovesse essere quella di respingere i ricorsi, allora scatterebbe l’arresto per Sollecito e l’estradizione per la Knox. Facciamo un passo indietro. I due, allora fidanzati, vennero arrestati dalla polizia il 6 novembre del 2007, a cinque giorni dal delitto, e condannati in primo grado, assolti però in appello nell’ottobre del 2011, quando vennero scarcerati. La sentenza il 26 marzo del 2013 fu annullata dalla Cassazione e rimessa agli atti dei giudici fiorentini per questioni procedurali. Da qui la nuova condanna e il divieto di espatrio per Sollecito. Dalla ricostruzione dei giudici toscani, emerge che Meredith venne uccisa in una “progressiva aggressività” scaturita in seguito ad una lite avvenuta nella casa di via Pergola, dove la ragazza inglese viveva con la Knox. Per i giudici fu proprio la Knox a colpire la giovane inglese mortalmente alla gola con un coltello da cucina, che fu rinvenuto e sequestrato nella casa di Sollecito che, a sua volta, ne impugnava uno più piccolo, che tuttavia non è stato ancora individuato. Anche Guede prese parte all’aggressione della studentessa, che attualmente sta scontando una condanna ormai definitiva a 16 anni per “concorso in omicidio”. Come ha annunciato il suo legale, chiederà ai giudici i permessi premio: è stata scontata quasi metà della pena e Guede protrebbe uscire dal carcere. Intanto la famiglia della studentessa attenderà a Londra la sentenza con “la speranza che si metta fine” al caso dell’omicidio di Meredith. Mentre i legali del giovane pugliese, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori, hanno parlato nel loro ricorso di “sviste, lapsus e errori grossolani”in 653 pagine e 144 allegati hanno sottolineato quelli che reputano i 200 errori della sentenza, focalizzando l’attenzione sulle prove genetiche. I legali della Knox parlano invece di “violazione della regola indiziaria”. Si tratta degli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova. I legali hanno evidenziato la questione del Dna e l’attendibilità di alcuni testimoni. Gli avvocati Francesco Maresca, Serena Perna e Vieri Fabiani della famiglia Kercher, costituita parte civile, chiederanno che vengano respinti i ricorsi. (Serena Marotta)