Ancora è vivissimo il ricordo di quando il Papa è arrivato a Rio battendo alla porta delle case dei brasiliani e chiedendo il permesso di entrare per stare un po’ con loro. Quei giorni sono stati indimenticabili e hanno profondamente toccato i cuori di tantissimi giovani e non solo. Oggi saremo in sessanta da varie città del Brasile per incontrare il Papa all’udienza di Cl. È stata una sorpresa perché il momento che stiamo vivendo in Brasile è abbastanza complicato dal punto di vista politico ed economico, i numeri che davano grande risalto al Brasile di alcuni anni fa si sono notevolmente ridimensionati tanto che quest’anno alcuni analisti stimano un inizio di recessione. Quindi questo non sarebbe il momento ideale per decidere di intraprendere un viaggio in Europa.
Ma qualcosa ha indubbiamente mosso il cuore di tanti dopo l’annuncio di questo incontro dato da don Julián Carrón. Oltre ai sessanta in piazza San Pietro tutte le comunità del Brasile si collegheranno per essere anche loro lì presenti.
C’erano due figli, quello “prodigo” e quello no. Uno che aveva tutto, una vita tranquilla, ma era triste. L’altro che a un certo punto ne ha fatte di tutti i colori ma a cui è successo qualcosa di imprevedibile. Una esplosione di libertà. Quella libertà che succede quando capita di essere perdonati, quasi ingiustamente, tanto da far rabbia… agli altri.
Ecco, quando don Carrón invitando tutti all’udienza con Papa Francesco parla del legame con un uomo da cui dipende la propria fede, e quindi la propria vita, ho pensato a questa storia del Vangelo tanto richiamata ultimamente. Perché forse come non mai siamo in un’epoca in cui tanti figli si sono un po’ persi in cerca della libertà. Magari facendo una vita normale, tranquilla, senza essere arrivati a “mangiare coi maiali”, ma senza l’esperienza unica di quella libertà singolare che solo i figli vivono. Noi viviamo per un legame.
Ma anche noi, pur vivendo dentro la Chiesa o il movimento, possiamo vivere sapendo di essere figli, sapendo di avere un legame, ma senza fare più l’esperienza di quella esplosione di libertà che quel legame può generare e genera.
Come ha scritto don Julián Carrón, “che semplicità occorre per riconoscere e accettare che la vita di ciascuno di noi dipende dal legame con un uomo in cui Cristo testimonia la sua perenne verità nell’oggi di ogni momento storico! E quanto sembra sproporzionato che tutto abbia la sua consistenza nel legame con la fragilità di una singola persona, scelta per questa missione”.
Io sono venuto per chiedere questo! Di essere sempre più cosciente di cosa vuol dire essere figlio. Il Mistero per non farmi perdere Se stesso, e il carisma attraverso il quale si è fatto conoscere da me, come a Giovanni e Andrea, mi dà dei volti precisi da seguire. Non solo per obbedirgli ma perché in modo reale passa attraverso questa sequela quello sguardo di 2000 anni fa, e lo sguardo di don Giussani. Che fa esplodere la mia libertà oggi.