Festa della Donna: le grandi, Madre Teresa di Calcutta (Giornata Internazionale della Donna) Oggi, in occasione della festa della donna, non si può non citare una donna per eccellenza, ovvero Madre Teresa di Calcutta. Ci sono persone in odore di santità durante la loro stessa vita terrena: è questo, senza timore di smentita, il caso di Madre Teresa di Calcutta la quale, pur essendo per il momento stata proclamata Beata, e non ancora Santa, tale è nel cuore e nella considerazione di tutti. Madre Teresa di Calcutta è spesso definita una piccola, grande donna: piccola per via delle sue forme minute, che però l’hanno sorretta, pur con gravi malanni, fino oltre le ottanta primavere; grande per la generosità immensa del cuore, che con ferma tenacia l’ha portata sempre ad offrire il suo servizio ai poveri e gli umili, gli ultimi della terra. Madre Teresa nacque con il nome di Anjeze Gonhe Bojaxhiu nel 1910, da una famiglia benestante, a Skopje, in Albania. Professava la religione cattolica, ed era molto devota fin da bambina. Fu quindi naturale per lei decidere di prendere i voti: si dedicò alla vita religiosa a partire dal compimento dei 18 anni di età, nel 1928. Entrò a far parte delle Suore di Loreto, e da subito nutrì una particolare predilezione per le missioni in India. Fu mandata così a Calcutta, una volta completata la sua formazione, dove per diciassette anni lavorò in un collegio frequentato per lo più dalle figlie dei coloni britannici. Ma la vita fuori la chiamava irresistibilmente: l’India in quegli anni divenne teatro di terribili scontri finalizzati all’ottenimento dell’indipendenza, e Madre Teresa rimase sconvolta da quello che vedeva nelle strade, dai tanti malati e moribondi che venivano lasciati a morire senza alcuna assistenza. Nel 1946 ricevette quella che ella stessa definì la chiamata nella chiamata: comprese cioè che non poteva continuare a starsene al chiuso del convento e del collegio, ma che Dio la chiamava al servizio attivo. Con coraggio riuscì a convincere i suoi superiori ad autorizzarla ad andare a vivere da sola, per offrire il suo conforto agli ammalati: fu allora che tolse il velo nero delle Suore di Loreto. Presto, colpite dal suo esempio, molte ex allieve si unirono a lei; nel 1950 nacquero così le “Missionarie della Carità”, una congregazione di suore che vestivano un semplice sari bianco. Madre Teresa lo scelse perché era il meno costoso, e quello che nella società indiana indicava i più poveri e i reietti. Da allora in poi, Madre Teresa e le sue consorelle fondarono ospedali, centri di accoglienza, curarono i lebbrosi, diedero a tutti il conforto che cercavano, quale che fosse la religione che professavano. La sua fama crebbe sempre più anche in Occidente, e nel 1979 la piccola suora ricevette il premio Nobel per la pace. Lei volle che il denaro che doveva essere investito in un sontuoso banchetto andasse a sfamare e curare i suoi poveri. Per tutto il resto della sua esistenza Madre Teresa si diede a curare le anime, oltre che i corpi: spesso non poteva fare altro che cullare i morenti, i quali però finalmente riacquistavano la dignità di esseri umani. La fede la sorresse negli ultimi anni, nella tenera amicizia con Papa Giovanni Paolo II. Morì nel 1997, e la sua tomba semplice reca inciso un solo verso, le parole di Cristo riportate dal vangelo di Giovanni: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”.