Un omicidio nel brindisino nello scorso mese di novembre ed uno nel catanese, circa 50 giorni fa. Per queste due morti è stato arrestato in Sicilia, circa tre settimane fa Zakaria Ismaini un 32enne di nazionalità marocchina; ora spuntano nuovi indizi anche per la morte, avvenuta due anni e mezzo orsono a Rimini, di una 24enne ligure. Zakaria Ismaini è un serial killer? Questa è la domanda che si fanno gli investigatori dopo che il marocchino è stato collegato alla morte di Anna Maria “Luna” Stellato, 24enne di Leivi, in Liguria, morte per la quale Zakaria Ismaini era indagato, ma solo per omissione di soccorso. Ora dopo le segnalazioni, la Procura di Rimini chiuderà il fascicolo riguardante l’omissione di soccorso e ne aprirà un altro con l’accusa di omicidio volontario.
I fatti relativi alla morte della ragazza risalgono alla notte del 14 luglio 2012, quando la 24enne fu vista su una spiaggia della località adriatica in compagnia di due persone. La mattina dopo la scoperta del suo cadavere, fatta da un turista tedesco. Il corpo di Anna Maria Stellato si trovava in acqua, di fronte ad un bagno in località Torre Pedrera. Le indagini successive avevano accertato che proprio Zakaria Ismaili era stato l’ultimo a vedere viva la ragazza, ma la difesa portata avanti dal marocchino era quella relativa alla sola “omissione di soccorso”. Secondo Ismaini, la Stellato si era iniettata una dose di droga e si era sentita male. Avendola vista agonizzante, Ismaini era scappato proprio per evitare di essere accusato di un reato, ed aveva anche sottratto la borsetta della ragazza che conteneva il cellulare buttandola poi in un cassonetto al lato della strada. Ismaini non aveva saputo fornire una ragione per questo gesto, dichiarando di averlo fatto in quanto si trovava in stato confusionale. Nel corso del suo interrogatorio il marocchino ha anche collaborato con le forze dell’ordine, indicando il nome dello spacciatore della ragazza, un tunisino, che in seguito è stato arrestato e condannato in primo grado, con la pena che è stata poi annullata in appello, dove è stato giudicato non colpevole per mancanza di prove.
Al momento della morte della giovane ligure, Zakaria Ismaini si trovava sulla riviera romagnola dove lavorava come aiuto cuoco presso un ristorante della zona. Al momento del suo arresto in Sicilia, dove è stato accusato dell’uccisione di una donna nel catanese e di quella di un uomo a Latiano, in Puglia, un giornalista del Corriere di Romagna ha notato la sua foto segnaletica e l’ha ricollegato subito al fatto successo nel luglio del 2012. Lo stesso ha fatto un carabiniere che l’ha comunicata al procuratore che seguiva l’accusa per omissione di soccorso nei confronti di Zakaria Ismaini. Da qui il collegamento e l’immediata apertura di nuove indagini, durante le quali sono emerse delle incongruenze rispetto a quello che aveva dichiarato il marocchino. In particolare sono risultate sospette delle chiamate al cellulare di Anna Maria Stellato, fatte dopo la sua morte. Nel luglio 2012 la morte venne rubricata come annegamento dovuto ad un malore dopo una iniezione di eroina, e si parlò molto della possibilità che la ragazza potesse essere salvata sia da chi gli aveva venduto la droga che dal marocchino, che l’aveva vista agonizzante.
La vittima pugliese è un pensionato di Latiano, Cosimo Mastriogiovanni, di 63 anni, che fu trovato bruciato all’interno della sua casa che aveva messo in vendita. A trovare il cadavere dell’uomo fu proprio il compratore che aveva un appuntamento con lui per la vendita della casa. I carabinieri che indagavano sul caso esclusero subito le possibilità di un incidente o di un suicidio e venne scoperto che il cellulare del pensionato aveva contattato uno straniero, la cui utenza era a Catania. Verificando le celle sulle quali si “allacciano” i cellulari, si scopre che l’uomo era stato a Latiano proprio due giorni prima del ritrovamento del cadavere ed inoltre nello stesso momento c’era stata l’interruzione nel funzionamento del contatore dell’Enel. Ricostruendo passo per passo gli avvenimenti gli inquirenti avevano poi scoperto un contatto su un sito web per incontri di soli uomini. Ismaini si era quindi messo in viaggio dalla Sicilia per la Puglia, dove avrebbe pestato a morte e poi bruciato il pensionato, appiccando il fuoco quando l’uomo era ancora vivo, circostanza appurata dal medico legale. Mentre venivano portate avanti queste indagini, il 7 febbraio avviene un altro delitto, questa volta su una spiaggia del catanese, del quale rimane vittima una donna di 50 anni, uccisa con un colpo alla testa, probabilmente dopo una lite. In quel caso dopo l’uccisione, il corpo è stato gettato in mare ed il bungalow dove era avvenuta la lite e l’omicidio, bruciato, nel tenativo di cancellare eventuali tracce. E proprio il “modus operandi”, molto simile dei tre delitti, porta gli investigatori a sospettare che Zakaria Ismaini possa essere il serial killer.