Papa Francesco “è una zavorra per la civiltà” e il Vaticano “è come l’Uganda”. Lo scrive Flavio Romani, presidente di Arcigay, esprimendo “indignazione per la notizia del mancato accreditamento in Vaticano dell’ambasciatore francese Laurent Stefanini, dovuto, secondo i media che ne hanno dato notizia, all’omosessualità di Stefanini”. In Uganda, aggiunge Romani, “gay e lesbiche vengono perseguitati nel nome di Dio dalle chiese fanatiche ispirate all’estrema destra: analogamente, in Vaticano, le persone omosessuali vengono respinte, nonostante i meriti e le indiscusse qualità e, soprattutto, nonostante a parole si predichi l’accoglienza”. Quindi secondo Romani anche in Vaticano “si predica bene e si razzola male, così alla prova dei fatti gli alti prelati hanno mostrato il loro vero volto. Quella esercitata nei confronti di Laurent Stefanini compiacendo alle pressioni di fanatici e gruppi di estrema destra, è discriminazione, non esiste altro termine per definirla. E chi discrimina è una zavorra per la civiltà, se non addirittura una minaccia”. “Questa ostilità – conclude il presidente di Arcigay – che si manifesta tanto nel rifiuto quanto nelle persecuzione, è un vero e proprio cancro e perfino un ateo convinto si rende conto che tutto questo non ha nulla a che fare con Dio, con nessun Dio”.
Sta facendo discutere il caso di Laurent Stéfanini, indicato il 5 gennaio scorso dal presidente François Hollande per il ruolo di ambasciatore di Francia presso la Santa Sede. Secondo i media francesi (primo tra i quali la versione francesce del portale Blasting News), il Vaticano avrebbe vietato il via libera a causa dell’omosessualità del candidato. Fonti del ministero degli Esteri di Parigi, contattate dall’Ansa, avrebbero spiegato che Stefanini ha già raccolto “il pieno appoggio” della Conferenza episcopale francese e che nella capitale francese “non c’era migliore candidatura possibile”. Già numero due dell’ambasciata dal 2001 al 2005 ed ex capo del protocollo dell’Eliseo, Stéfanini è cattolico praticante. La sua nomina è stata appoggiata anche dall’arcivescovo di Parigi, cardinale Andrè Vingt-Trois, il quale avrebbe scritto personalmente a Papa Francesco per dare il suo sostegno alla scelta presa nel gennaio scorso durante il Consiglio dei ministri transalpino. Nello stesso tempo in Francia si fa strada l’ipotesi che Hollande possa pensare a un possibile sostituto: Stéfanini era stato chiamato a sostituire Bruno Joubert a Villa Bonaparte e l’insediamento sarebbe dovuto avvenire il primo marzo scorso, ma il posto è ancora vacante.