Tra i santi che la Chiesa cattolica celebra nella giornata del 15 aprile c’è anche San Damiano de Veuster. Il santo, che venne battezzato col nome di Josef, nacque il 3 gennaio del 1840 a Tremelo, un comune belga situato nella zona delle Fiandre. Proveniente da una famiglia di umili contadini, frequentò la scuola primaria nella cittadina in cui era nato per poi spostarsi a Braine-le-Comte, per intraprendere lo studio della lingua francese. Come uno dei suoi fratelli maggiori, Josef divenne novizio nella Congregazione dei Sacri Cuori situata in quel di Lovanio, dove mutò il suo nome in Damiano, mentre dopo passò a Parigi, dove cominciò a studiare filosofia e teologia. Prese i voti il 7 ottobre del 1860 scegliendo di diventare missionario, soprattutto per realizzare, almeno in parte, il desiderio del fratello di cui aveva seguito le orme, che era impossibilitato a viaggiare per le missioni. La sua prima tappa fu Honolulu, dove arrivò il 19 marzo del 1864: qui venne ordinato sacerdote e prestò un’instancabile opera a favore dei più disagiati, uscendo poi dalla capitale per intervenire anche nelle parrocchie di realtà più piccole.
A quei tempi, il regno delle Hawaii si trovava ad affrontare tempi molto duri soprattutto a causa della presenza di varie malattie come la sifilide e la lebbra, che decimavano la popolazione. Il sovrano isolò i lebbrosi nell’isola di Molokai e Damiano chiese di essere trasferito proprio lì anche se gli era stata assegnata un’altra destinazione. Il santo si trovò davanti una realtà davvero molto difficile non soltanto a causa delle malattie infettive, ma anche per le condizioni a dir poco problematiche in cui si trovavano bambini e donne, costretti a darsi alla prostituzione senza essere tutelati da alcuna legge. I lebbrosi non potevano contare sull’efficacia di alcuna cura, dato che di loro si occupavano dei dottori che avevano, a loro volta, contratto la malattia, mentre ai morti non veniva data alcuna sepoltura. Il missionario venne presentato ai 600 lebbrosi che stavano nella colonia di Kalaupapa non soltanto come una guida spirituale ma anche come un padre amorevole che si sarebbe preso cura di loro donando la sua stessa vita. Il santo fece costruire la chiesa di santa Filomena e portò avanti un’opera di evangelizzazione andando instancabilmente da un villaggio all’altro per battezzare e diffondere la parola di Dio, ma si dedicò anche alla cura dei malati oltre che darsi da fare per costruire case e dare una degna sepoltura a coloro che erano periti a causa della lebbra.
La sua opera continuò con la costruzione di capanne e scuole, fattorie, dormitori e un orfanotrofio, e con l’introduzione di alcune leggi che avevano lo scopo di regolare lo svolgimento della vita quotidiana in quelle zone, dove da sempre regnava l’anarchia. La principessa Lili’uokalani delle Hawaii, figlia del re Kalakaua (che aveva dato a Damiano il titolo di Commendatore dell’Ordine reale di Kalakaua) rimase impressionata a tal punto dal suo operato che cominciò a far conoscere i meriti del missionario anche negli Stati Uniti e in Europa: anche la Chiesa d’Inghiterra lo sostenne con aiuti in denaro. Il santo morì nel 1889 a causa del male che tanto aveva combattuto, la lebbra, e che però non lo aveva trattenuto dall’aiutare comunque i malati che erano sotto la sua custodia. Beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 giugno del 1995, venne lodato anche dal Mahatma Gandhi, che disse di essersi ispirato a lui per le campagne sociali da lui portate avanti in India. San Damiano di Veuster è il santo protettore dei lebbrosi.