Il 18 aprile si celebra San Galdino. Il santo nasce nella città di Milano, l’8 aprile del 1096, e la sua famiglia appartiene alla borghesia, seppur non sia influente come tantissime altre famiglie del periodo. Da piccolo la sua vocazione per il clero è fondamentale per la crescita, in quanto decide sin da subito di seguire tale vocazione, e dunque di entrare a far parte di questo mondo. Il suo percorso dura abbastanza, anche se riesce ad imporsi in esso, ovvero a farsi notare per i suoi modi di fare, e soprattutto per il grande impegno che pone nel seguire i concetti della Chiesa, che in quel periodo erano molto più rigidi. Passano gli anni a Galdino continua la sua vita ecclesiastica, e raggiunti i sessant’anni, decide di recarsi, assieme all’arcivescovo Oberto, in uno dei campi milanesi, per prestare soccorso e per dare sostegno alle persone meno fortunate che abitano in quella zona. Due anni dopo, Galdino è costretto a vedere la distruzione della città di Milano, per mano dell’Imperatore Federico I Barbarossa.
Le motivazioni di tale gesto scuotono non solo la popolazione e l’Italia, ma anche il mondo della Chiesa che si divide tra coloro che sostengono il Papa e coloro invece che si schierano dalla parte dell’imperatore, visto come una figura superiore al Papa stesso. Con la morte dell’arcivescovo, Galdino diviene suo successore, e contribuisce nel 1167 alla ricostruzione della città. Inoltre, è molto fedele al Papa Alessandro III, il quale approva ogni sua opera di ricostruzione, benedicendola e ringraziandolo per il grande lavoro da lui svolto. Moltissime saranno le persone che lo aiuteranno nella ricostruzione della città, in particolar modo i fedeli, che vedono in lui una persona leale e da prendere come esempio. Galdino riceve inoltre alcuni doni preziosi dalle donne della zona, le quali preferiscono donare alla chiesa le poche ricchezze, in maniera tale che queste possano essere utilizzate per poter ricostruire Milano, ridotta ad un cumulo di macerie in diverse zone. Passano gli anni e Galdino diviene sempre più utile per la ricostruzione della città, anche se collabora poco dal punto di vista manuale. Dopo aver scomunicato l’imperatore, colpevole della divisione della Chiesa,
Galdino celebrerà alcune funzioni dalla cattedrale di Milano, ormai completamente ricostruita. L’ultima sua funzione avviene nel 1176, dopo la quale l’arcivescovo muore, consegnando al Signore la sua anima. Durante la sua vita la preghiera è sempre stata insegnata ai suo fedeli, che lo hanno seguito ed ammirato. Inoltre, molti furono i riconoscimenti, come quello di Santo, proclamato dal Papa poco tempo la morte di Galdino, e di Manzoni, che lo citò nei Promessi Sposi, come omaggio per la sua onestà e bontà.