Marita Comi è tornata in televisione per difendere suo marito, Massimo Bossetti, arrestato il 16 giugno scorso con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. “Conoscendo il suo carattere penso che avrebbe ceduto al primo interrogatorio. E anche con me”, ha detto la donna a Luca Telese durante la trasmissione Matrix su Canale 5 (clicca qui per vedere l’intervista). “Io ho insistito per sapere la verità e ora sono ancora più convinta che non sia stato lui – ha aggiunto – Penso che sarebbe crollato perché non si tiene le cose. Lo avrei capito guardandolo negli occhi”. Marita Comi è comparsa la prima volta pubblicamente in tv il 10 ottobre 2014, poco meno di 4 anni dopo l’omicidio ancora parzialmente irrisolto, sempre durante Matrix. In alcun modo sembra tradire la fiducia che ha nei confronti del marito, a detta sua completamente innocente. Marita dice di sentirsi male al pensiero che l’assassino di Yara sia ancora libero, e che alla famiglia della tredicenne non sia ancora stata fatta davvero giustizia. L’unica cosa che non si riesce a spiegare, dice, è l’assurdo ritrovamento del Dna di Massimo Bossetti sui vestiti di Yara: e come non riesce a capire lei, anche il marito sembra essere esterrefatto riguardo la scoperta. I filamenti tessili dell’abbigliamento della ragazzina rinvenuti sul sedile anteriore del furgone bianco di Bossetti, insieme al Dna è per Marita Comi un inspiegabile mistero.
Anche ieri sera, nella puntata di Matrix, Marita Comi ha sostenuto ancora una volta la tesi dell’innocenza del marito, come ha sempre fatto in tutti questi mesi. Come tutte le settimane da quell’ormai lontano 16 giugno dell’anno scorso, quando Massimo Giuseppe Bossetti viene arrestato, Marita Comi, a volte accompagnata dai figli, fa visita al marito in carcere, con il quale piange spesso e non si dà pace di tutto quello che lei chiama ingiusto accaduto.