Continua a salire il drammatico bilancio del terremoto di magnitudo 7.9 che sabato scorso ha messo in ginocchio il Nepal. Al momento, come fatto sapere dalle autorità, le vittime sarebbero più di cinquemila ma il numero è destinato a salire ulteriormente: secondo il premier nepalese Sushil Koirala, i morti potrebbero essere anche diecimila. Quattro gli italiani rimasti uccisi da una frana provocata dal sisma: tra questi c’è anche Renzo Benedetti, alpinista originario di Segonzano (Trento). Stava percorrendo un sentiero nella Rolwaling Valley quando una frana ha travolto il suo gruppo a 3500 metri di quota: insieme a Marco Pojer, anche lui deceduto, avevano effettuato una piccola deviazione per portare dei medicinali a una donna anziana conosciuta durante una precedente spedizione. Benedetti aveva 60 anni e faceva l’arredatore, ma la sua grande passione era la montagna: lascia una moglie e un figlio di ventidue anni. “Sono stati presi in pieno – ha raccontato all’Ansa Attilio Dantone, alpinista della Val di Fassa che al momento della tragedia si trovava con loro – Io invece ho trovato scampo sotto una roccia e così sono sopravvissuto”.