L’ossessione di perdere il posto di lavoro, la paura di non riuscire a mantenere più la sua famiglia, un figlio di pochi anni e la moglie. Con queste idee Massimo Donatini, un operaio di Lucca, di 43 anni, ha ucciso sparandogli diversi colpi di pistola, il suo caporeparto, Francesco Sodini di 52 anni. In realtà non correva nessun pericolo di perdere il posto di lavoro, anzi si dice adesso che ci fosse in vista per lui una promozione. La paura probabilmente era cominciata quando alla fine di marzo una sessantina di dipendenti della fabbrica eran stati messi in procedura di mobilità. Nulla comunque che potesse riguardarlo, dicono i dirigenti e i colleghi, non correva nessun rischio. Non la pensava così il Donatini, che aveva preparato l’omicidio con freddezza in ogni dettaglio. La mattina di pasquetta ha preso di nascosta la pistola del padre, regolarmente denunciata, è uscito di casa e ha fatto otto chilometri a piedi e si è presentato davanti alla casa del Sodini. Lo ha aspettato e quando è uscito di casa gli ha sparato. L’uomo ha cercato di scappar ma lui lo ha raggiunto e gli ha scaricato addosso l’intero caricatore. Poi si è consegnato ai carabinieri.



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