L’8 aprile si festeggia San Dionigi Vescovo di Corinto, conosciuto anche con il nome di San Dionisio. Non si hanno notizie certe sulla vita del santo tuttavia, grazie a San Girolamo e Sant’ Eusebio di Cesaria, si sa che fu santo e martire greco e che visse nel II secolo sotto l’impero di Marco Aurelio. Il suo pontificato, probabilmente, durò dal 166 al 174. Notizie certe, fornite da entrambi i santi, rivelano che San Dionigi lottò con tutte le sue forze sia contro il marcionismo, ossia contro il movimento cristiano dualista che rifiutava sia la tradizione ebraica che l’Antico Testamento, che il montanismo ovvero il movimento religioso che si era diffuso in un territorio dell’Anatolia ad opera di Montano, un ex sacerdote che affermava di parlare con lo Spirito Santo e di avere visioni profetiche che prevedevano il ritorno di Cristo sulla terra. Il nome Dionigi ha un’origine greca e significa “consacrato a Dioniso”, una divinità della religione greca considerata, inizialmente, come un Dio arcano della vegetazione, successivamente con Dio del vino. Per merito degli studi effettuati dal vescovo e scrittore greco, Sant’Eusebio di Cesaria, che ha conservato e tramandato ai nostri giorni, frammenti di otto lettere scritte da Dionigi, si hanno importanti notizie non sulla vita del santo ma sulle pratiche religiose attuate durante il pontificato di San Sotero, durato dal 166 fino al 175. Inoltre, queste comunicazioni epistolari forniscono anche numerose informazioni sia storiche che morali. La prima lettera era indirizzata ai Lacedemoni e conteneva esortazioni finalizzate sia ad educarli che ad avvicinarli alla fede ortodossa che ad invogliarli alla solidarietà ed alla ricerca della pace. La seconda lettera, dedicata alla Chiesa d’Atene, incitava gli ateniesi ad avvicinarsi al Santo Vangelo. La terza lettera era per la chiesa di Nicomedia. In essa il santo esprimeva la sua opposizione nei confronti delle idee eretiche del marcionismo ed esaltava i principi cardini della religione cattolica. La quarta lettera era riservata ai Gortinesi ed a tutte le chiese di Creta. In essa Dionigi faceva emergere i consigli da tener presente per non cadere nell’eresia e rimanere fermi sulle dottrine loro impartite dal Vescovo Filippo. La quinta lettera era destinata agli Amastriani nel Ponto. Con questo scritto, il beato faceva meditare sulla castità e dava consigli su come far ritrovare la giusta via a coloro che avevano peccato. La sesta e la settima lettera erano indirizzate ai Romani. Erano state redatte per ringraziarli sia per le generose offerte inviate per aiutare i fedeli ed i bisognosi della Chiesa che per esaltare il Vescovo Sotero, che ebbe la capacità sia di distribuire , in modo equo, le elemosine che accogliere gli esiliati con benevolenza. Nella stessa missiva, si viene a conoscenza del fatto che le lettere dei Vescovi venivano lette dopo la celebrazione dei misteri. L’ottava lettera, indirizzata ad una donna di nome Crisofora, donna di cui non si hanno notizie, sottolinea e rafforza la profonda fede cristiana di San Dionigi. Sia San Girolamo che Sant’Eusebio descrissero San Dionigi come un grande apostolico, come un uomo dedito alla carità, alla sollecitudine per la disciplina, alla laboriosità e alla predicazione che sembrerebbe abbia utilizzato non solo per istruire i suoi fedeli ma anche i vescovi delle città vicine. Benché non si hanno notizie certe neanche sulla sua morte, si ipotizza che sia avvenuta intorno al 178. Il canonizzato venne considerato, inizialmente, martire nel Sinassario Costantinopolitano e venerato come tale il 29 novembre e, successivamente, indicato nel Martirologio romano alla data dell’8 aprile. Il corpo di San Dionigi, dopo la sua morte, venne trasferito a Roma, successivamente dopo essere stato consegnato ad Emerico, priore del convento benedettino di San Dionigi in Francia, da Innocenzo III, venne sepolto nel monastero a lui dedicato e realizzato in Agro Parisiensi. Sembrerebbe, a tale proposito, che i Benedetti fossero convinti di essere già in possesso del corpo di San Dionigi l’Aeropagita, per cui considerarono il corpo inviatogli dal papa come quello di San Dionigi di Corinto. San Dionigi viene raffigurato con un bastone pastorale e la mitria e, spesso, anche con un libro aperto nella sua mano destra. San Dionigi viene venerato come martire dalla Chiesa Greca il 29 novembre, mentre viene festeggiato, da tutta la Chiesa Latina, l’8 aprile come confessore.



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