Si arricchisce di nuovi e drammatici sviluppi l’operazione di polizia iniziata lo scorso 9 febbraio nella periferia sud della città di Pescara e che ha portato all’arresto di 13 persone implicate in un giro di sfruttamento della prostituzione. Secondo quanto emerso dalle indagini, una prostituta di origini rumene di circa di 22 anni, è stata fatta oggetto di terribile violenze fisiche e psicologiche. Nello specifico, la donna dopo essere rimasta incinta in seguito ad un rapporto con uno dei tanti clienti, è stata costretta ad abortire dai propri sfruttatori. Il tutto è avvenuto all’interno di una stanza d’albergo dove la giovane rumena è stata prima picchiata e quindi costretta ad assumere un farmaco gastro – protettore con il quale è stata messo a forte rischio la sua stessa vita. Il feto è stato poi gettato nel wc della stanza e quindi rinvenuto in seguito dagli agenti di polizia che si stavano occupando dell’operazione. I responsabili della violenza sono un uomo di 33 anni e la propria compagna di 26 anni, entrambi di origini rumene e nella lista dei 13 esponenti dell’organizzazione raggiunti da ordinanza di custodia cautelare. A rendere possibile la risoluzione del caso è stata la stessa vittima che si è presentata spontaneamente in procura per rilasciare una deposizione in merito.



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