Expo Milano 2015 al via venerdì 1 maggio, con i padiglioni che resteranno aperti per sei mesi fino al prossimo 31 ottobre. Tema dell’evento sarà “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, con un’area espositiva da 1,1 milioni di metri quadrati, la partecipazione di 140 Paesi e organizzazioni internazionali e la presenza di 20 milioni di visitatori. Expo Milano 2015 sarà un’opportunità per rilanciare la nostra economia proprio nel momento in cui la ripresa è ancora timida e stenta a decollare. Ne abbiamo parlato con il professor Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison.
Quali saranno gli effetti di Expo sul Pil?
Prometheia stima un impatto dello 0,2% come crescita del Pil nei sei mesi dell’Expo. Ci potranno poi essere delle sorprese positive, e d’altra parte basta girare per Milano per vedere una città che sta brulicando e che vive un’attesa notevole. Tutti i padiglioni sono pronti per aprire e ci sarà anche quello del Nepal, che sarà oggetto di attenzione particolare e catalizzerà la solidarietà dei partecipanti.
E l’impatto occupazionale?
Lo stesso impatto occupazionale non mancherà di farsi sentire, perché riguarderà non solo la costruzione delle strutture, ma anche attività turistiche, di ristorazione e i negozi. L’impatto dell’Expo sull’economia sarà quindi notevolissimo. A ciò si aggiunge il suo potenziale psicologico, perché è una manifestazione che ha tutte le caratteristiche per ben riuscire dopo gli episodi infausti e deprecabili dei mesi scorsi che sono in qualche modo stati archiviati.
Eppure le contestazioni ultimamente sono sempre più frequenti. Che cosa risponde a chi associa Expo e malaffare?
Potevo capire che si facesse una manifestazione contro l’Expo sei mesi fa. Adesso che l’evento è stato ricondotto entro alvei di correttezza, e che ci sono un commissario e un’autorità anti-corruzione, ritengo che si tratti di polemiche di quart’ordine. Le contestazioni sono episodi davvero poco significativi, e per di più sono espressione di pochi individui. Un quotidiano l’altro giorno riportava un articolo a tutta pagina che parlava della protesta di due studenti. Mi domando che cosa bisognerebbe fare per un milione di persone che visiteranno i padiglioni. Le contestazioni sono anacronistiche, soprattutto perché vengono dopo un anno di pulizia, di arresti e soprattutto di lavoro duro da parte delle migliaia di operai nei cantieri.
Expo durerà sei mesi. Com’è possibile sfruttarne le potenzialità economiche anche dopo che sarà finito?
In primo luogo noi italiani doppiamo evitare di buttare fango su una manifestazione che ha tutti i presupposti per riuscire bene. Questo è il momento in cui l’Italia è al centro dell’attenzione, l’economia sta ripartendo, c’è un processo di riforme che tutti chiedevano da 30 anni, anche se adesso sono continuamente banalizzate in quanto ciascuno le vorrebbe fare in modo diverso. I segni del cambiamento sono percepiti quasi di più all’estero che all’interno del nostro Paese. Anche perché noi italiani cerchiamo di mettere in sordina il cambiamento, banalizzandolo con queste sterili contrapposizioni politiche. L’Expo aiuterà la ripresa dell’Italia, così come sta avvenendo con il senso di responsabilità del nostro Paese nei confronti delle migrazioni dal Nord Africa. Tutto ciò fa sì che la nostra immagine sia in risalita.
I benefici di Expo riguarderanno solo la Lombardia o tutta l’Italia?
I benefici si irradieranno da Milano verso l’esterno. Tutte le zone dei laghi, del Nordest e del Piemonte saranno a loro volta toccate da Expo. L’attenzione per la cultura enogastronomica italiana e per l’agricoltura “dop” e bio andranno a beneficiare anche altre Regioni, e non soltanto la Lombardia. Ad avvantaggiarsene sarà infatti l’immagine dell’intero agroalimentare italiano.
(Pietro Vernizzi)