San Giuseppe Lavoratore, che viene festeggiato il primo di maggio, ovvero nella festa dei lavoro, è il padre di Gesù Cristo e marito di Maria. Giuseppe viene spesso identificato nelle Scritture Sacre, come il vecchio Giuseppe, ma tale informazione è sbagliata: il padre del Signore infatti era un uomo giovane e volenteroso, il quale si dedicava interamente al lavoro. In quel periodo, trovare una donna vergine significava sposarla: ed infatti Giuseppe s’innamorò di Maria di Nazareth, che dopo pochissimo tempo, divenne sua moglie.



Giuseppe però non consumerà mai il rapporto del matrimonio con la moglie, e per volere dell’arcangelo Gabriele, e dello spirito Santo, Giuseppe diverrà padre di un bambino, ovvero di Gesù, seppur non vi sia alcun rapporto con la moglie. Inizialmente Giuseppe non capisce cosa stia accadendo: l’essere visto come uomo che subisce l’adulterio non è di certo positivo, ed anzi, questo rappresenta un atto spregevole nei suoi riguardi, visto che il figlio non è suo e non è naturale. Giuseppe, dopo un brevissimo periodo, essendo buono di cuore, e vedendo alcuni angeli che lo informano dell’accaduto, decide di accettare di buon grado quello che stava accadendo, divenendo il padre di Gesù.



Giuseppe è un grande lavoratore, e dunque continua a svolgere il ruolo di falegname, per provvedere alla moglie. Inoltre, è un uomo di fede, e vede Maria come esempio da seguire: se lei è umile anche lui lo diviene, ed ogni tratto del suo carattere viene ripreso da Giuseppe, che cerca di imitarla per poter essere fedele e soprattutto un esempio per le persone di quel periodo. Dopo la nascita del figlio di Dio, si sa ben poco di Giuseppe, il quale dunque viene menzionato poco nella vita del Signore. Il falegname infatti non viene quasi mai ad essere presente nei tanti racconti del Vangelo, e non è ben chiaro l’anno della sua morte: è però chiaro il fatto che il falegname continui a lavorare fino allo stremo delle forze, per provvedere al sostegno di moglie e figlio.



La festa dei lavoro dunque è dedicata interamente a Giuseppe, il quale rappresenta appunto il lavoratore perfetto, ovvero colui che cerca di dare il meglio di sé stesso durante lo svolgimento delle mansioni lavorative. A Cagliari invece si festeggia anche Sant’Efisio, con una solenne processione: la figura di Giuseppe passa infatti in secondo piano sull’Isola, che invece di festeggiare in particolar modo la giornata del lavoratore, dove quasi tutte le attività lavorative sono chiuse o comunque svolgono mansioni per poche ore, festeggiano Sant’Efisio, che morì dopo una lunga tortura sul patibolo che venne costruito per lui a Nora.