Il 19 maggio 2015, la Chiesa Cattolica festeggia Sant’Urbano I. Non si hanno notizie biografiche documentate, tuttavia secondo fonti autorevoli sembra che Urbano sia nato a Teano sotto l’impero di Diocleziano. Dalla Storia Ecclesiastica, scritta da Eusebio da Cesarea, emerge che divenne vescovo di Roma, carica che mantenne per otto anni dopo la morte di Papa Callisto I. Venne nominato Papa intorno al 223 sotto l’Impero di Alessandro Severo. Il suo pontificato durò fino al maggio del 230 senza sconvolgimenti, a differenza di quello di Papa Callisto I che fu caratterizzato da continui tumulti anticristiani generati dal primo antipapa Ippolito da Roma.



La tranquillità del suo papato fu anche merito della famiglia imperiale che permise i culto sia i riti pagani che di quelli cristiani. Papa Urbano I viene descritto, dai biografi e dai teologi dell’epoca, come un uomo tenace, caritatevole e risoluto. Secondo fonti autorevoli, sarebbe riuscito a convertire e battezzare molti infedeli tra cui il nobile Valeriano della casata dei Valerii. Si occupò, come riportato dal Liber Pontificalis, la più autorevole biografia del primo Medioevo, di abolire i vasi di vetro, imposti dal decreto emanato da Papa Zeferino, usati per i sacrifici sostituendoli con calici d’argento. Ebbe la capacità di pretendere la restituzione dei beni della Chiesa e di intentare una complessa causa civile contro i produttori di ostie. Si presume che Papa Urbano I sia morto di morte naturale nel maggio del 230 tuttavia, secondo alcuni biografi, sembra che sia stato ucciso dal Prefetto Almenio.



Risultano due tombe che riportano il nome di Urbano I con la dicitura di vescovo di Roma e un sepolcro a nome Sant’Urbano nella Basilica di San Francesco di Cassine. Si conferma, quasi con totale certezza, come indicato nel Liber Pontificalis, che il corpo di Papa Urbano I riposi nel Cimitero di Callisto sulla via Appia a Roma. Questo Papa è ritenuto vincolato alla storia di Santa Cecilia tanto da essere considerato martire. Inoltre, viene menzionato nel Martirologio Romano del 25 maggio da cui risulta che ebbe il merito di convertire al cristianesimo molte persone, atto di fede che li portò al martirio. Papa Niccolò I consegnò una parte delle spoglie di Urbano I, nell’862, a Carlo Il Calvo che le depositò nella città di Auxelles. Qui il Papa divenne il protettore dei viticoltori. Nel 1589 le reliquie di Urbano I vennero identificate e custodite nella cripta di Santa Cecilia in Trastevere. Nel 1846, Papa Innocente III donò il teschio del Papa Urbano I al vescovo della città di Troia, Gianozio Pandolfino, che lo fece collocare nella cavità ricavata nel petto della statua d’argento a lui dedicata.



Il Santo viene raffigurato con barba molto corta, il viso bianco incanutito e con un’ampia chierica. 
Sant’Urbano I viene festeggiato in diverse città sparse su tutto il territorio italiano. Tra queste celebrazioni, la più importante da rammentare è la ricorrenza, a lui dedicata, denominata Festa dei Banderesi che si svolge a Bucchianico in provincia di Rieti. Il Santo è protettore di questo comune. La festa dura una settimana, più precisamente dal 19 al 27 maggio di ogni anno.

Vengono organizzate celebrazioni eucaristiche, processioni per le vie della città, benedizioni, un esclusivo corteo folkloristico in abiti medioevali realizzati nei minimi particolari, dei tornei cavallereschi, la sfilata di carri che mettono in evidenza sia il tipo di vita che conducevano i contadini di una volta che i vecchi mestieri artigianali. Delle ragazze in costume percorreranno le vie del comune con dei canestri riempiti di fiori di carta. La manifestazione si concluderà con la Santa Messa e la precessione con le reliquie del Santo. L’origine di questa festa risale al fatto che Urbano I sembrerebbe che sia apparso in sogno, durante la battaglia voluta dall’attuale città di Rieti per conquistare Bucchianico, suggerendo al comandante delle truppe una valida strategia militare. Dovevano, per sconfiggere il nemico, abbigliare gli uomini con corazze ed armi e farli correre con un andamento serpentino con la finalità di far credere a nemici di essere un esercito molto numeroso. Il risultato fu clamoroso a tal punto che l’esercito nemico firmò la trattativa di pace rinunciando alla conquista di Bucchianico. Tradizioni legate a questa festa sono i cesti riempiti di pane ed il vitello bardato con fiocchi colorati, entrambi sono considerati segni di riconoscimento rivolti al Santo per ottenere la sua protezione.