Oggi 23 maggio si festeggia Sant’Efebo, che è stato vescovo e martire napoletano di cui esiste ancora un grande culto nel capoluogo partenopeo. Efebo, o Eufebio o ancora Eframo, come è più conosciuto nel sud Italia, nacque a cavallo tra il III e il IV secolo a Napoli, città di cui divenne ottavo Vescovo. Non si hanno molte notizie sulla sua storia e quel poco che ne sappiamo lo dobbiamo all’antica tradizione napoletana che ancora oggi ne celebra il culto.



Si racconta che il vescovo Efebo, uomo dal bellissimo e angelico aspetto, fu un santo pastore che aveva molto a cuore la sua comunità parrocchiale. Benvoluto dai fedeli, Efebo dedicò la sua missione e la sua intera vita alla difesa del popolo napoletano e viene ancora oggi ricordato per la sua abilità di taumaturgo. Anche per questo motivo gli vennero attribuiti numerosi miracoli che portarono alla sua cerimonia di santificazione a opera della Chiesa Cattolica. Sant’Efebo è quindi da sempre ben radicato nel cuore di Napoli. Sopraggiunta la morte venne sepolto nel cimitero extraurbano, che ancora oggi conserva il nome di catacomba di Sant’Efebo, ma si stima che le sue spoglie vennero trasferite probabilmente nel IX secolo al Duomo di Napoli.



La tradizione popolare partenopea vuole, però, che le spoglie del vescovo traslarono nuovamente nella sua catacomba, nei cui dintorni, non a caso corrispondenti alla zona di Sant’Efremo Vecchio, oggi il culto del santo è forse il più diffuso ed acceso. Difatti, sono in molti a sostenere che la sua ultima traslazione sia invero avvenuta proprio nella chiesa di Sant’Efremo, insieme alle spoglie di San Massimo e San Fortunato nel XIII secolo, e non alla catacomba che viene fatta risalire al V secolo. Benché per la Chiesa cattolica la santità del martire Efebo si festeggi oggi 23 maggio, a Napoli Sant’Eframo, nome con il quale è più spesso ricordato, si festeggia anche l’8 novembre. Questo perché dal 1673 è compatrono della città di Napoli e proprio l’8 novembre si celebra la memoria dei Santi Vescovi della Chiesa di Napoli. Come impone la tradizione partenopea, a Napoli allo scadere di ogni secolo una statua d’argento raffigurante Sant’Eufebio viene portata in processione dal Duomo fino alla chiesa del rione di Sant’Eframo Vecchio, luogo in cui fu sepolto subito dopo la morte.



La chiesa di Sant’Eframo, di grande bellezza e interesse e già citata in precedenza, è oggi abitata dai frati Cappuccini, dopo un periodo in cui ad occuparlo furono le Monache delle Trentatré con la soppressione degli ordini religiosi. Al santo martire sono dedicati anche altri edifici nella città di Napoli e dintorni, come il Monastero di Sant’Eframo Nuovo a Materdei, sorto nel XVI secolo per volere di Gianfrancesco De Sangro principe di Sansevero.