Il 31 maggio si celebra la visitazione della Beata Vergine Maria. Ci sono molti episodi del Vangelo che celebrano la figura di Maria, la Santa Madre di Dio, e la sua Immacolata Concezione. Un episodio, che viene narrato nel Vangelo di Luca (San Luca fu, tra gli Evangelisti, quello più vicino alla madre di Dio, e i suoi racconti ne risentono molto) è stato elevato alla dignità di ricorrenza religiosa per la Chiesa Cattolica nel 1389 da papa Urbano VI, e in seguito, nel 1441, la solennità fu estesa anche alle chiese orientali con il Sinodo di Basilea.



In realtà, però, questa festa fu istituita dai francescani, che la osservavano già a partire dal 1263. L’episodio a cui si fa riferimento è la Visitazione della Beata Vergine Maria a sua cugina, Santa Elisabetta. Tale avvenimento viene raccontato nel vangelo di San Luca, come si diceva, ed è collocato poco dopo l’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria. Maria è una fanciulla devota che ha deciso di consacrare la sua verginità al Signore; quando pertanto un Angelo inviato da Dio le annuncia che Ella sarà madre del Figlio di Dio, le viene anche spiegato che ciò avverrà in modo miracoloso, con l’intervento dello Spirito Santo.



Quando Maria appare dubbiosa, Gabriele, per dimostrarle che a Dio tutto è possibile, le rivela che sua cugina Elisabetta, che era ritenuta ormai infeconda poiché avanti con gli anni, sta a sua volta aspettando un figlio da suo marito, Zaccaria, sacerdote del tempio di Gerusalemme. Il Figlio che Elisabetta attende è San Giovanni il Battista, colui che sarà precursore delle predicazioni del Nazzareno. Una volta saputo questo, Maria si mette in viaggio, non per avere prova con i suoi occhi della veridicità delle parole dell’Angelo: Ella sa infatti che Dio non può mentire. Lo spirito che la muove è di puro servizio: infatti vuole assistere la sua parente in vista del parto. Secondo i commentatori, il paese in cui vivevano Santa Elisabetta e suo marito era la cittadina di Ain-Karim, che si trova in Giudea, a pochi chilometri da Gerusalemme.



La Vergine Maria dunque si reca a casa di Elisabetta, e quando la cugina la vede, subito comprende che la giovane Maria è stata fatta oggetto di una grazia inattesa: Ella porta in grembo il Figlio di Dio. E quando lo dice ad alta voce, Maria proclama una delle preghiere di ringraziamento più belle dell’intera Bibbia, il Magnificat, che è ricco di reminiscenze dell’Antico Testamento e costituisce l’Inno di Lode di questa donna umile per essere stata fatta strumento della salvezza del mondo. Questo episodio, all’apparenza così quotidiano e poco importante, viene ricordato dal calendario liturgico ogni 31 maggio; questo perché rammenta che chi maggiormente viene elevato, deve farsi umile, per davvero meritare i favori di Dio.

Inoltre, la preghiera del Magnificat ricorda come ogni vero cristiano debba esultare non per le vittorie terrene, ma per ogni grazia che discende dal Cielo. In origine, la festa della Visitazione si celebrava nel giorno del 2 luglio, ovvero alla fine della visita di Maria ad Elisabetta, dopo la nascita di San Giovanni Battista. In seguito, è stata spostata al 31 di maggio come coronamento del mese mariano. In alcune città italiane però si conserva ancora la vecchia data: ad esempio, a Siena, dove si corre il Palio detto della Madonna di Provenzano.