“Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più”. Come annunciato durante il volo che lo ha riportato a Roma dopo la visita a Sarajevo, Papa Francesco ha parlato ieri durante l’omelia a Casa Santa Marta dei suoi orientamenti riguardo le apparizioni di Medjugorje. Le affermazioni del Santo Padre potrebbero lasciare interdetto qualcuno, ma “il Pontefice sta preparando tutti alla decisione sul caso Medjugorje sgombrando il campo dal chiacchiericcio e dal fantastico”. E’ questo il commento di Salvatore Maria Perrella, preside della Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” di Roma intervistato da Avvenire. Il religioso è anche membro della Commissione istituita dal Papa emerito Benedetto XVI per fare luce sui fenomeni registrati nella città bosniaca. “Abbiamo lavorato con rigore e serietà”, ha aggiunto Perrella spiegando che se le apparizioni vengono ritenute autentiche “rappresentano un dono di Dio dinanzi a cui la comunità ecclesiale sarà in atteggiamento di adorazione”. Secondo Perrella, “la sfida della nuova evangelizzazione non può prescindere da questo fenomeno che da anni alimenta la morbosità, la curiosità e la speranza di tanta gente. Certo, come ha ricordato ieri il Papa, è la croce di Cristo che dà il senso della nostra identità”. Tuttavia “la Chiesa ha il dovere dipreservare il primato della Rivelazione considerando questi eventi particolari come sussidiari al Vangelo di Cristo”.